Potenza – È stato firmato lunedì 15 dicembre, nella Sala Inguscio della Regione Basilicata a Potenza, il Contratto di Fiume delle Valli del Noce e del Sinni, segno di un impegno condiviso tra istituzioni, enti pubblici e soggetti privati per la tutela dell’ambiente e delle risorse idriche, con un occhio alla transizione ecologica e allo sviluppo locale.
L’accordo rappresenta un momento storico nel percorso di governance territoriale avviato dalla Regione già nel 2012 con l’adesione alla Carta nazionale dei Contratti di Fiume e consolidato con le Linee guida per l’attuazione dei Contratti di Fiume in Basilicata approvate nel 2022 all’interno del Piano Paesaggistico Regionale.
Secondo Laura Mongiello, assessore regionale all’Ambiente e alla Transizione energetica, la firma costituisce «un momento di grande valore strategico per la Basilicata», sottolineando come questo patto territoriale metta l’acqua al centro come bene comune, rafforzando la cooperazione tra istituzioni e comunità locali attraverso un modello di governance sostenibile e partecipato.
Il Contratto di Fiume si configura come uno strumento volontario e negoziato (ai sensi dell’articolo 68‑bis del Decreto Legislativo n. 152/2006), che mira a tutelare e gestire correttamente le risorse idriche dei fiumi Noce e Sinni, valorizzare i territori fluviali, promuovere soluzioni nature‑based e sostenere la coesione socio‑economica delle comunità locali. Quattro sono i pilastri fondamentali su cui si fonda l’iniziativa: Ambiente, Paesaggio fluviale, Identità e Sviluppo locale, declinati in azioni concrete e integrate.
Questo Contratto pilota è frutto di un processo lungo e partecipato, che ha visto coinvolti oltre 36 comuni, due province e più di 100 stakeholder aderenti al Manifesto d’Intenti, coordinati dal FLAG Coast to Coast. Tale partecipazione costante ha permesso di costruire una visione condivisa, capace di far emergere interessi comuni, prevenire conflitti e interpretare in modo autentico le vocazioni territoriali di questi bacini idrografici.
La Basilicata, spiega Mongiello, con questa esperienza dimostra di saper traduce le politiche europee in azioni concrete e adattarle alle specificità dei propri territori, valorizzando competenze tecniche regionali, enti locali e partenariato economico e sociale. L’obiettivo è ora estendere questo modello a ulteriori bacini regionali come l’Alto Basento, l’Alto Agri, il Bradano e il Vulture, per rafforzare la gestione sostenibile delle risorse idriche su scala più ampia.
Il Contratto di Fiume si inserisce in un contesto più ampio di governance dell’acqua multilivello che la Basilicata sta promuovendo da anni, riconoscendo nella partecipazione attiva delle comunità e nel dialogo tra pubblico e privato strumenti fondamentali per affrontare sfide come la gestione delle risorse idriche e la tutela degli ecosistemi.
La firma di oggi non segna la conclusione ma piuttosto l’inizio di una nuova fase operativa: dalla definizione di piani d’azione alla loro attuazione condivisa, fino al pieno allineamento con le strategie di sviluppo sostenibile a livello locale, regionale e comunitario. L’auspicio è che questa esperienza possa costituire un modello replicabile in altri contesti territoriali, confermando la Basilicata come laboratorio avanzato di governance partecipata dell’acqua


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