News | 03 novembre 2025, 15:00

Commercio su aree pubbliche: Anva Confesercenti, “Mercati in crisi, sparita un’impresa su cinque”

In dieci anni scomparse oltre 42mila imprese ambulanti: calo del 22,4% e licenze in picchiata. Anva Confesercenti: “Serve una riforma per salvare un presidio economico e sociale”.

Commercio su aree pubbliche: Anva Confesercenti, “Mercati in crisi, sparita un’impresa su cinque”

Il sistema dei mercati e del commercio su aree pubbliche perde pezzi. Nell’ultimo decennio il comparto ha registrato un arretramento profondo: dal 2014 al 2024 sono scomparse oltre 42mila imprese, pari a un calo del 22,4%, più di una su cinque. E in alcune merceologie la contrazione è drammatica: abbigliamento, tessuti e calzature, ad esempio, segnano una riduzione di quasi il 55%, e anche i banchi alimentari si contraggono del -18%.

È quanto emerge da “I Mercati si svuotano: si può ancora parlare di scarsità della risorsa?”, l’approfondimento sul commercio su aree pubbliche presentato da Anva Confesercenti in occasione dell’Assemblea dell’associazione, in corso oggi a Roma.

La scomparsa degli ambulanti procede più rapidamente nel Nord-Est e al Centro, con cali rispettivamente del 32,6% e del 27,3% sul 2014. Tra le regioni spiccano le Marche (-54,5%), mentre la contrazione è in media più contenuta nel Mezzogiorno (-15,9%). Si riduce anche la natalità imprenditoriale: le nuove iscrizioni sono scese da oltre 22mila del 2014 a poco più di 15.600 nel 2024, un crollo del -30%. La quota economica del comparto sulla spesa delle famiglie è scesa al 3%, due punti in meno rispetto a dieci anni fa: si stima un fatturato perso di circa 4,5 miliardi di euro.

A questo quadro si aggiunge l’incertezza normativa legata alla direttiva Bolkestein, ai rinnovi delle concessioni e all’assenza, ancora oggi, di linee guida definitive, con conseguente rallentamento degli investimenti e blocco del rilascio di nuove autorizzazioni. La diminuzione delle imprese si accompagna infatti alla crescita dei posteggi vuoti: oggi, in media, un quarto degli spazi nei mercati risulta libero, circa 53mila postazioni in tutta Italia. Nel frattempo, il valore delle licenze si è ridotto di circa il 70%, da 30mila euro a 9mila euro, segnale di una crisi strutturale che incide sulla possibilità di investimento e ricambio generazionale. Un trend che smentisce la narrazione della “scarsità della risorsa” e rende necessario un ripensamento urgente delle politiche di settore.

“A rischio non c’è solo un comparto storico della microimprenditorialità italiana. A rischio è la tenuta commerciale e sociale di territori in cui i mercati rappresentano presidio economico, servizio di prossimità e coesione”, commenta Maurizio Innocenti, Presidente di Anva Confesercenti.

“In dieci anni il settore ha perso più di un’impresa su cinque. È un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Servono certezze e una riforma capace di sostenere l’attività di chi oggi garantisce servizi di prossimità nei territori, rafforzando presidi economici e sociali fondamentali per le comunità. Si può tornare a crescere, ma servono strumenti adeguati. Secondo le nostre stime, il 60% delle imprese ha margini di sviluppo, mentre il 40% avrà bisogno di accompagnamento per riconvertirsi. Chiediamo stabilità normativa, una fiscalità che sostenga chi investe, lotta all’abusivismo, formazione e digitalizzazione, insieme a percorsi per il ricambio imprenditoriale e interventi mirati a riqualificare l’offerta. Parliamo di un comparto che ha garantito vitalità e inclusione nei territori: difenderlo significa evitare nuova desertificazione commerciale e tutelare un pezzo della nostra identità economica e sociale”.

cs