News | 30 ottobre 2025, 10:00

Edilizia green, allarme professionisti: mancano 15mila tecnici specializzati

A rischio la roadmap “Case Green”. In Italia servono nuove competenze per rispettare le scadenze europee e sostenere il mercato del lavoro autonomo.

Edilizia green, allarme professionisti: mancano 15mila tecnici specializzati

La corsa verso gli obiettivi della direttiva europea “Case Green” rischia di rallentare. Entro la fine del 2025 l’Italia dovrà presentare la prima bozza del piano nazionale per la ristrutturazione del patrimonio immobiliare, ma la carenza di professionisti specializzati in edilizia sostenibile potrebbe comprometterne i tempi. Green Building Council Italia (GBC Italia), la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e l’Accademia Italiana di Biofilia (Aib) allertano: circa 15mila i tecnici qualificati mancanti, una lacuna che tocca l’intera filiera.

Conto alla rovescia per gli edifici a zero emissioni
“Case Green” impone tappe stringenti: dal 1° gennaio 2028 tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni, mentre dal 2030 la regola si estenderà a tutte le nuove costruzioni. Per il patrimonio esistente è previsto un taglio dei consumi di energia primaria del 16% entro il 2030 e fino al 22% entro il 2035, con l’obbligo di riqualificare almeno il 16% degli edifici non residenziali più energivori entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Inoltre, entro il 2040 dovranno essere eliminate le caldaie a combustibili fossili.
Un cambiamento profondo che, secondo le stime del Centro Studi Geometri Italiani, potrebbe valere circa 85 miliardi di euro di investimenti diretti entro il 2030, generando un indotto complessivo da 280 miliardi. In Italia oltre il 60% degli edifici risale a prima del 1976 e quasi la metà delle abitazioni sono sotto le classi energetiche meno efficienti, F e G.

Formazione e nuove opportunità professionali
Il deficit di competenze rischia di bloccare la transizione verde. Nei settori dell’impiantistica e della progettazione sostenibile la domanda supera di molto l’offerta, con punte del 75% di fabbisogno scoperto. Mancano figure capaci di gestire progetti di riqualificazione energetica, certificazioni ambientali (Leed, Breeam, Well, Gbc) e rendicontazione ESG. Il problema riguarda anche i professionisti autonomi: molti tecnici e partite Iva del comparto edilizio necessitano di aggiornamenti per restare competitivi nel nuovo mercato della sostenibilità.
Per colmare questo vuoto, l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, in collaborazione con GBC Italia, Sima e Aib, ha avviato un master universitario di secondo livello in “Health Design e ESG per il Real Estate”, pensato per formare esperti in salute, sostenibilità e gestione immobiliare responsabile. L’obiettivo è creare una nuova generazione di professionisti in grado di accompagnare la transizione ecologica del patrimonio edilizio italiano, un passaggio strategico per rispettare gli impegni europei e rilanciare il settore delle costruzioni.

Mario Gentile