News | 15 settembre 2025, 09:00

L’indipendenza ragionata di Armani

Perché la shortlist è LVMH, EssilorLuxottica e L’Oréal (e cosa dice del futuro della maison).

L’indipendenza ragionata di Armani

Ora che i documenti sulla successione sono pubblici, grazie ai due testamenti tra marzo e inizio aprile, resi noti il 12 settembre, perché proprio LVMH, EssilorLuxottica e L’Oréal? E soprattutto: è il momento giusto per aprire il capitale dopo decenni di indipendenza? 

La cornice è chiara: entro 12-18 mesi va ceduto un primo 15% del gruppo con priorità ai tre nomi; poi, in tre-cinque anni, una seconda tranche fino al 54,9% o, in alternativa, una quotazione. La Fondazione Giorgio Armani resterà presidio dei valori con una quota minima a tutela dell’identità. Non è un impulso: è un percorso graduale tra continuità e capitale industriale. 

Perché L’Oréal? Perché da quasi mezzo secolo è il braccio beauty della maison. La licenza su fragranze, skincare e make-up è stata rinnovata fino al 2050: vincolo solido e sinergie pronte su distribuzione e comunicazione. Se il beauty è il “motore di cassa” del lusso, l’opzione L’Oréal promette continuità senza traumi. 

Perché EssilorLuxottica? Perché gli occhiali Armani sono un business già incardinato su un accordo quindicinale attivo dal 2023. Filiera, retail e licensing parlano la stessa lingua, e l’hub bellunese ha mostrato di saper crescere i marchi partner. In un lusso che fatica sul ready-to-wear, accessori ed eyewear sono la cerniera tra desiderabilità e margini: qui EssilorLuxottica gioca “in casa”. 

E LVMH? È il gigante che non c’è mai stato ma torna in ogni dossier. I corteggiamenti affondano nei primi Duemila; allora prevalse la libertà. Oggi il contesto è cambiato: scala globale, investimenti in retail ed e-commerce, muscoli per spingere pelletteria e orologeria (dove Armani è meno penetrante) e una capacità di integrare maison preservandone l’identità. Anche la chimica personale con Bernard Arnault pesa. 

C’è poi la realpolitik: nel 2024 i ricavi erano circa 2,3 miliardi e il ciclo del lusso è più selettivo. Un partner può accelerare accessori, Cina e travel retail, assorbendo l’onda lunga del passaggio generazionale. E i nominati hanno già fatto sapere che valuteranno con attenzione la pista indicata: un segnale che la finestra è aperta. 

Dove pende l’ago? L’Oréal ed EssilorLuxottica offrono continuità e cash flow su asset già rodati; LVMH offre scala e piattaforme per colmare aree non presidiate. L’ingresso in due tempi (15% subito, poi 30-54,9%) è la garanzia che l’eredità resti sotto controllo mentre si testa la compatibilità industriale.

È il momento giusto? Se l’obiettivo è blindare il DNA Armani e, al tempo stesso, dotare il marchio delle risorse per la prossima decade, sì: una minoranza “intelligente” ora ha senso. La vera scelta non è tra vendere o non vendere, ma tra quale architettura generi più valore senza snaturare lo stile. Su questo, i tre nomi non sorprendono: sono la shortlist costruita da una vita di alleanze operative.

Paolo D'Ascenzi