La conferma di una modesta contrazione del PIL nel secondo trimestre rende più complicato il raggiungimento di un tasso di crescita attorno allo 0,7-0,8% nella metrica dei dati grezzi. Ristagnano i consumi, in ragione della scarsa fiducia presso le famiglie e nonostante i fondamentali dell’economia restino solidi, come testimoniato dall’ulteriore crescita dell’occupazione e dei redditi reali per unità di lavoro. Qualche fragilità emerge dalle esportazioni, ma è complicato formulare una valutazione compiuta a motivo delle oscillazioni dovute a riallocazioni temporali delle forniture in risposta alle dispute commerciali. In questo scenario congiunturale emerge in termini molto favorevoli la dinamica del saldo turistico consumer che ha ritoccato al rialzo i precedenti record, rendendo possibile una proiezione a fine anno prossima ai 29 miliardi di euro, valore mai raggiunto in precedenza.
Per adesso, neanche la stabilizzazione dell’inflazione contribuisce a migliorare l’atteggiamento delle famiglie nei confronti della spesa per consumi. Stando alle prime stime, ad agosto il tasso di variazione tendenziale si è attestato all’1,6%, in lieve rallentamento su luglio. La variazione dei prezzi al consumo ormai può essere schematizzata in tre parti: crescita dei prezzi degli alimentari, riduzione di quelli energetici, contributo prossimo a zero di tutto il resto, inclusi i servizi ricettivi e di ristorazione che appaiono in deflazione ad agosto. Non può consolare che il fenomeno della crescita dei prezzi dell’alimentazione domestica sia un processo comune a tutta l’area euro. Anzi, ciò testimonia che le filiere internazionali delle materie prime alimentari sono da tempo sotto tensione, fenomeno che non dovrebbe migliorare nei prossimi mesi.