News | 04 dicembre 2025, 20:39

Venator – Nuova Solmine (gruppo Solmar). La svolta che salva lo stabilimento di Scarlino e circa 200 posti di lavoro

Accordo preliminare firmato. Dal 2 gennaio 2026 la nuova proprietà riattiverà la produzione, con pieno rientro previsto entro aprile

Venator – Nuova Solmine (gruppo Solmar). La svolta che salva lo stabilimento di Scarlino e circa 200 posti di lavoro

La crisi dello stabilimento Venator di Scarlino (Grosseto), unico in Italia nella produzione di biossido di titanio, sembra avviarsi verso una svolta significativa. Dal tavolo di oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) — con la partecipazione del ministro Adolfo Urso — è emerso che la nuova proprietà sarà Nuova Solmine (gruppo Solmar), che ha sottoscritto un accordo preliminare vincolante. L’intesa prevede la firma definitiva del trasferimento entro il 29 dicembre 2025 e il passaggio operativo a partire dal 1° gennaio 2026. 

Secondo quanto illustrato dal presidente di Nuova Solmine, Luigi Mansi, la produzione ripartirà il 2 gennaio con la prima linea e l’impiego iniziale di circa 134 lavoratori — attualmente in cassa integrazione — mentre la seconda linea sarà attivata entro aprile, con il rientro a lavoro dell’intero organico stimato in circa duecento dipendenti. 

Lo stabilimento di Scarlino rappresenta un punto nevralgico per la produzione italiana di biossido di titanio. Il suo salvataggio non significa solo la tutela dei posti di lavoro, ma anche la salvaguardia di una filiera chimica di base strategica per l’intero comparto nazionale. 

Nuova Solmine ha inoltre annunciato che l’obiettivo non sarà solo la riattivazione produttiva: il piano prevede investimenti ambientali e tecnologici, con l’intento di riprendere l’attività in modo sostenibile. Tra le priorità indicate c’è lo sviluppo di sistemi per ridurre l’impatto dei reflui e la produzione – oltre al biossido di titanio – di acido solforico, ossido di titanio ed energia elettrica “senza CO₂”. 

Le autorità locali e i sindacati hanno accolto con favore l’accordo. Il deputato grossetano Fabrizio Rossi ha definito l’esito del tavolo “una svolta attesa da oltre due anni”, sottolineando che grazie a Nuova Solmine lo stabilimento e i posti di lavoro verranno salvaguardati. Anche la rappresentanza del sindacato CISL – intervistata subito dopo l’incontro – ha espresso soddisfazione per il piano di reindustrializzazione e per la possibilità che i lavoratori rientrino presto in servizio. 

Il passaggio al nuovo gruppo rappresenta una risposta concreta a mesi di incertezza. Se confermato, il progetto di acquisizione e rilancio potrà restituire fiducia non solo ai lavoratori, ma a un intero territorio che rischiava di perdere una sua colonna portante. Restano da seguire attentamente i prossimi passaggi: la firma definitiva dell’accordo, i tempi di rilancio produttivo, gli investimenti ambientali e i nuovi assetti industriali. Per ora, però, a Scarlino si respira un cauto ottimismo: la crisi sembra davvero alle spalle.

Redazione