News | 20 agosto 2025, 09:00

Stellantis e Leapmotor: delocalizzazione e occupazione

Il Futuro dell’Azienda e la tenuta aziendale

Stellantis e Leapmotor: delocalizzazione e occupazione

La ripartenza dopo la pausa estiva negli stabilimenti italiani di Stellantis mette in luce due facce della stessa medaglia: la tenuta di alcuni siti e il ridimensionamento di altri. A Melfi, dal 25 agosto torneranno in linea Jeep Renegade e Fiat 500X, con numeri tuttavia lontani dal pieno regime: la prima sarà prodotta solo fino a ottobre, la seconda vede una domanda in leggera crescita grazie al mercato algerino, con un incremento giornaliero da 75 a 110 unità. La fabbrica lucana, che negli anni d’oro superava le 7.000 unità lavorative, oggi si ferma a circa 4.500 addetti, dopo l’uscita incentivata di oltre 2.300 dipendenti dal 2021. Il clima resta incerto: la nuova Compass è attesa nel 2026, insieme a modelli DS e alla Lancia Gamma, mentre si rincorrono le voci sull’arrivo di un’Alfa Romeo, forse erede della Tonale, come possibile ancora di salvezza.

L’occupazione debole

Non va meglio ad Atessa, dove la produzione del Ducato ha ripreso con 400 lavoratori in meno rispetto a prima della pausa estiva, frutto anch’essi di uscite volontarie incentivate. Lo stabilimento della Val di Sangro, pur rimanendo l’unico in Italia a garantire volumi ancora significativi (650 veicoli al giorno contro una capacità di 970), si trova a lavorare su due turni invece che tre. Il sindacato Uilm Abruzzo denuncia la perdita di posti e la crescente precarietà, aggravata da cassa integrazione e contratti di solidarietà che ormai accompagnano da mesi l’andamento produttivo. Se il Ducato termico resta competitivo, il Ducato elettrico arranca con appena 5 o 6 unità al giorno: senza incentivi adeguati, l’elettrificazione rischia di trasformarsi più in una minaccia che in un’opportunità per la filiera.

La delocalizzazione e la partnership

In questo quadro, mentre gli stabilimenti italiani vivono un progressivo ridimensionamento, Stellantis guarda altrove per garantirsi crescita e redditività. La partnership con la cinese Leapmotor, di cui il gruppo ha acquisito il 21% nel 2023, si rivela un affare: nel primo semestre 2025 l’azienda asiatica ha ribaltato perdite miliardarie, toccando un utile netto di 33 milioni di yuan e vendite in aumento del 156%, con proiezioni annuali di oltre 600 mila veicoli. Le esportazioni verso l’Europa sono destinate a crescere e, dal 2026, è prevista una produzione su larga scala negli stabilimenti europei di Stellantis, segnando di fatto una delocalizzazione della crescita. Mentre Leapmotor diventa una “stella nascente” dei veicoli elettrici, in Italia la transizione si traduce in tagli e riduzioni di personale: un contrasto che accende il dibattito sulla responsabilità sociale di Stellantis e sul futuro industriale dell’automotive nazionale.

Patrick Chiavuzzo