News | 05 novembre 2025, 12:00

Il sistema museale: tra ricchezza diffusa e sfide future

Dal Colosseo ai piccoli musei di provincia, l’Italia custodisce un patrimonio diffuso che incanta milioni di visitatori. Ma dietro il successo, si nasconde la sfida di valorizzare tutto ciò che resta fuori dai circuiti più tradizionali e conosciuti.

Il sistema museale:  tra ricchezza diffusa e sfide future

Bentornati con la nostra rubrica dedicata al turismo. Oggi vi portiamo alla scoperta del sistema museale italiano, un patrimonio diffuso che racconta la storia del Paese e attira milioni di visitatori da tutto il mondo, tra eccellenze riconosciute e nuove sfide da affrontare.
Il sistema museale italiano rappresenta una delle colonne portanti del patrimonio culturale nazionale e un motore strategico per il turismo. Con quasi 4.700 istituzioni tra musei, gallerie e collezioni, l’Italia è tra i paesi europei con la maggiore densità di luoghi della cultura. Di queste strutture, circa 453 sono gestite direttamente dal Ministero della Cultura e comprendono musei statali, aree archeologiche e monumenti di rilevanza internazionale.
Negli ultimi anni il settore ha mostrato una crescita costante. Nel 2023 i musei e i parchi archeologici statali hanno registrato circa 57,7 milioni di visitatori, con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente, mentre nel 2024 il numero è salito a circa 60,8 milioni, pari a un ulteriore +5,3%. Un dato significativo riguarda la composizione del pubblico: due visitatori su tre provengono dall’estero, segno di un richiamo internazionale fortissimo che consolida l’Italia come una delle mete più amate del turismo culturale mondiale. Parallelamente, si stanno facendo passi avanti nella modernizzazione dei servizi, grazie alla creazione di una piattaforma unica per la biglietteria online di oltre 5.000 siti culturali, uno strumento che facilita l’accesso e contribuisce alla digitalizzazione del settore.
Uno dei principali punti di forza del sistema museale italiano è la sua diffusione capillare, infatti, secondo una rilevazione del 2019, circa un terzo dei Comuni ospita almeno una struttura museale. Questa presenza così estesa permette di offrire esperienze culturali autentiche e diversificate, dalle grandi istituzioni internazionali ai piccoli musei locali, spesso custodi di tesori poco conosciuti. 
Allo stesso tempo, il patrimonio archeologico continua a essere un pilastro dell’attrattività italiana: basti pensare al Colosseo, con 12,3 milioni di visitatori nel 2023, o alle aree di Pompei, che hanno superato i 4 milioni di ingressi.
Tuttavia, accanto a questa ricchezza si evidenziano alcune criticità strutturali. L’affluenza è fortemente concentrata in pochi siti, per esempio nel 2015 oltre il 30% delle visite riguardava soltanto le prime venti istituzioni. Questa distribuzione disomogenea penalizza i musei minori e limita le potenzialità del sistema nel suo complesso. 
Inoltre, la forte pressione turistica su alcune mete iconiche pone sfide significative in termini di gestione dei flussi, manutenzione delle infrastrutture e sostenibilità del patrimonio. L’affollamento, la stagionalità e l’usura dei siti sono temi ricorrenti nel dibattito sulla gestione culturale italiana.
In un contesto europeo, l’Italia si colloca tra i paesi leader, ma con caratteristiche proprie. Nel continente si contano circa 27.000 musei: la Germania ne possiede oltre 6.800, con circa 111 milioni di visite (dato 2018), mentre la Francia, con i suoi musei e monumenti nazionali, ha registrato 46,8 milioni di ingressi nel 2023, in crescita del 13% rispetto al 2022. L’Italia, con i suoi 57,7 milioni di visitatori nei soli musei statali, mostra una forza straordinaria nella capacità di attrarre pubblico, sebbene si basi più sul turismo internazionale che su quello domestico, a differenza di Francia e Germania, dove la frequentazione locale è più stabile e capillare.
A livello europeo, tutti i paesi mostrano una netta ripresa dopo la crisi pandemica, infatti, i grandi musei hanno ormai recuperato o superato i livelli pre-Covid e stanno puntando su innovazione digitale, sostenibilità e nuovi modelli di fruizione. L’Italia non fa eccezione e, anzi, ha davanti a sé l’opportunità di consolidare la propria leadership culturale, trasformando la sua ricchezza diffusa in un sistema realmente integrato e accessibile.
Il panorama museale italiano è un mosaico straordinario di arte, storia e identità territoriale. Le sue potenzialità sono enormi, ma per sfruttarle appieno occorre continuare a investire in innovazione, infrastrutture, comunicazione e sostenibilità. La sfida è far sì che la cultura non sia solo un patrimonio da ammirare, ma un’esperienza viva, distribuita e condivisa, capace di attrarre il mondo intero senza perdere la sua autenticità.

Zaki Lombardo