News | 24 ottobre 2025, 10:00

Manovra 2026: tra la stangata sugli affitti brevi e la rottamazione a lungo termine

Il Governo punta ad aumentare il gettito fiscale e a offrire una via d’uscita ai contribuenti indebitati, ma le misure accendono il dibattito politico e dividono gli operatori

Manovra 2026: tra la stangata sugli affitti brevi e la rottamazione a lungo termine

La Manovra 2026 porta con sé due provvedimenti destinati a incidere in modo concreto sulle tasche degli italiani e sul mercato immobiliare da una parte l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi al 26 per cento e dall’altra la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali che consentirà di pagare i debiti con il fisco in nove anni con 54 rate bimestrali un intervento che da un lato mira a fare cassa e dall’altro a semplificare la vita ai contribuenti ma che solleva non poche polemiche
Per quanto riguarda gli affitti brevi la tassa sale dal 21 al 26 per cento e colpisce indistintamente tutti i proprietari che mettono a disposizione i propri immobili per periodi inferiori ai trenta giorni una misura che il Governo giustifica come necessaria per allineare la tassazione di questo settore a quella dei redditi finanziari e per contenere il fenomeno degli affitti turistici che sottraggono case al mercato della locazione tradizionale le associazioni dei proprietari però gridano alla stangata sostenendo che l’aumento colpirà soprattutto chi affitta un solo appartamento per integrare il reddito familiare e rischierà di ridurre l’offerta turistica nelle città d’arte
Sul fronte opposto la cosiddetta rottamazione quinquies offre invece una nuova possibilità a chi ha debiti con il fisco i contribuenti potranno estinguere le somme dovute pagando solo il capitale e le spese di notifica senza sanzioni né interessi con la possibilità di dilazionare il pagamento fino a nove anni una formula che consente di alleggerire il peso delle cartelle e al tempo stesso di recuperare risorse oggi ferme nei bilanci dell’Agenzia della Riscossione ma anche in questo caso non mancano le critiche secondo cui l’ennesima pace fiscale rischia di premiare i ritardatari a scapito di chi ha sempre rispettato le scadenze
Due misure quindi molto diverse ma accomunate da un obiettivo comune quello di garantire nuove entrate in una manovra da circa diciannove miliardi che deve far fronte a impegni sempre più gravosi per la sanità le famiglie e le imprese in un contesto economico che resta incerto il Parlamento dovrà ora discutere e approvare il testo definitivo ma il dibattito è già acceso e promette di accompagnare ancora a lungo il percorso della legge di bilancio.

Stefano Farinetti