News | 15 ottobre 2025, 09:00

L’opposizione vince: industria 4.0 torna e gli aiuti alle imprese

Il ritorno di Industria 4.0

L’opposizione vince: industria 4.0 torna e gli aiuti alle imprese

L’interesse verso Industria 4.0 nasce dalla sua capacità di trasformare processi produttivi attraverso digitalizzazione, automazione e analisi dei dati: risultati attesi sono maggior controllo operativo, riduzione degli scarti, flessibilità produttiva e nuove opportunità di servizio basate sui dati. L’opposizione italiana di centro ha ottenuto un risultato importante, il reinserimento della già utilizzata Industria 4.0, all’interno delle misure per le imprese dal 2026. I risultati non sono automatici però: richiedono investimenti, integrazione IT–OT e competenze, beni 4.0, tecnologia digitale e il beneficio effettivo dipende dalla qualità della strategia (scelta dei casi d’uso, misurazione dei KPI, governance e formazione). In termini pratici, gli incentivi pubblici servono soprattutto a ridurre il rischio finanziario dell’investimento e a favorire l’adozione ma non sostituiscono una progettazione corretta del valore operativo che si vuole creare.

Come funziona (differenze tra iperammortamento e credito d’imposta)ù
Due meccanismi agevolativi diversi producono effetti fiscali e temporali differenti. La maggiorazione degli ammortamenti (super/iperammortamento, nella sua formulazione originaria) consente di portare in deduzione, ai fini delle imposte sui redditi, una percentuale del costo del bene superiore al valore contabile: il beneficio fiscale deriva quindi dalla riduzione dell’imponibile e dipende dall’esistenza di reddito imponibile dell’impresa e dall’aliquota marginale applicabile. Il credito d’imposta introdotto come regime sostitutivo a partire dal 2020 per i beni strumentali 4.0  è invece un’agevolazione espressa in percentuale del costo (con aliquote e scaglioni stabiliti per legge) utilizzabile in compensazione tramite modello F24, generalmente ripartito in quote annuali; ciò lo rende spendibile anche in assenza di utile fiscale nel periodo. Le implicazioni pratiche sono: il vantaggio economico dell’iperammortamento è proporzionale all’aliquota fiscale del soggetto e viene fruito mediante le dinamiche di ammortamento, mentre il credito d’imposta è indipendente dall’aliquota in quanto ammontare agevolato e modalità di fruizione sono prefissate per legge (ma il valore reale percepito può comunque variare in funzione della posizione fiscale dell’impresa).

Incentivi per le imprese vantaggi, limiti
Il ritorno di meccanismi che favoriscono la maggiorazione degli ammortamenti tende a premiare le imprese con capacità fiscale di assorbire deduzioni (società profittevoli e soggette a imposte con aliquote elevate), mentre il credito d’imposta è più neutro rispetto all’aliquota e più immediatamente monetizzabile anche per imprese in perdita. I limiti di accesso e la struttura delle aliquote nel 2025 richiedono attenzione: la normativa aggiornata prevede scaglioni e percentuali differenziate per i beni materiali “4.0” e limiti temporali/di tetto di spesa pubblica (ad esempio una dotazione massima indicata per il 2025), oltre a modifiche sul trattamento dei beni immateriali rispetto agli anni precedenti. Per questo motivo la convenienza dipende da fattori specifici: la redditività dell’impresa, la composizione degli investimenti (materiale vs immateriale), la vita utile fiscale del bene e la necessità di liquidità nel breve termine. Le aziende agricole o soggette a regimi particolari possono trovarsi in situazioni diverse rispetto alle imprese industriali standard e richiedono una verifica caso per caso. Prima di ogni decisione conviene consultare le fonti normative e predisporre simulazioni fiscali (NPV/IRR, cash-flow fiscale) personalizzate.

Patric Chiavuzzo