News | 09 ottobre 2025, 10:00

Startup: troppa burocrazia, l’80% rinuncia a bandi e nuove opportunità

Un sondaggio di Future Proof Society con i Giovani Industriali rivela che le scartoffie frenano la crescita delle imprese innovative. Anghileri (Confindustria): “Estendere alle Pmi il modello Zes per liberare il potenziale del Paese”

Startup: troppa burocrazia, l’80% rinuncia a bandi e nuove opportunità

La burocrazia continua a essere una delle principali zavorre per le startup italiane. Secondo un’indagine condotta da Future Proof Society insieme ai Giovani Industriali e presentata durante la Italian Tech Week di Torino, l’80% delle nuove imprese ha rinunciato a partecipare a bandi pubblici, accedere a incentivi o esplorare nuovi mercati a causa delle troppe procedure amministrative. Un ostacolo che, oltre a rallentare la crescita, si traduce in costi elevati e perdita di competitività, soprattutto per microimprese e partite Iva.

Il peso della burocrazia
Dai risultati del sondaggio emerge un quadro chiaro: il 90% delle imprese ha dovuto reinviare alla pubblica amministrazione dati e documenti già in suo possesso, segno di un sistema inefficiente e ridondante. La gestione fiscale risulta l’attività più dispendiosa in termini di tempo per il 59% degli imprenditori, seguita dalla contrattualistica con clienti e fornitori, che pesa per il 44%. In media, la burocrazia sottrae alle aziende quasi una giornata di lavoro a settimana, pari a sette ore, compromettendo la produttività di chi opera in settori ad alta intensità di innovazione. Anche i costi sono significativi: un’impresa su tre spende oltre 30 mila euro l’anno per adempiere agli obblighi amministrativi. Per le microimprese e le partite Iva, prive di strutture interne dedicate, queste cifre rappresentano un ostacolo notevole  che limita gli investimenti in ricerca, sviluppo e internazionalizzazione.

Verso un modello più semplice e uniforme
Nel corso del dibattito “Come gli imprenditori italiani stanno superando le barriere”, Maria Anghileri, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, ha indicato due direttrici per ridurre l’impatto burocratico sulle imprese innovative. A livello europeo, ha sottolineato l’urgenza di attuare il cosiddetto “28esimo regime”, un quadro normativo comune che consentirebbe alle aziende di operare senza barriere e con procedure uniformi in tutta l’Unione. In Italia, invece, la proposta è quella di estendere a startup e Pmi innovative il modello autorizzativo semplificato delle Zone Economiche Speciali (Zes), che ha già prodotto risultati positivi in termini di investimenti e occupazione. Un passo che, secondo Anghileri, permetterebbe ai giovani imprenditori di non cercare all’estero ecosistemi più snelli e competitivi, ma di far crescere il proprio progetto nel Paese.

Mario Gentile