Il mese di agosto 2025 restituisce un quadro articolato per il sistema bancario italiano, con segnali differenziati sul fronte dei tassi, della raccolta e del credito. Secondo Abi (Associazione bancaria italiana), i mutui per l’acquisto di abitazioni hanno registrato un lieve rialzo, attestandosi al 3,31% contro il 3,20% di luglio, dopo mesi di calo progressivo. La crescita è legata soprattutto alla risalita dell’Irs a 10 anni, in media al 2,67% ad agosto, in aumento di 44 punti base rispetto a dicembre 2024. Sul versante opposto, i finanziamenti alle imprese hanno visto un calo dei tassi, scesi al 3,42% dal 3,50% del mese precedente e ben al di sotto del 5,45% di fine 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti si è ridotto al 3,92%, segnalando un contesto di credito ancora accessibile, seppure con differenze tra segmenti.
Depositi in crescita e più risorse per famiglie e imprese
Sempre ad agosto la raccolta comprendente depositi e obbligazioni ha toccato i 2.100 miliardi di euro, in aumento del 2,5% rispetto al 2024. Un trend positivo che prosegue dall’inizio del 2024, sostenuto da famiglie, imprese e altri settori economici. Secondo i dati, la raccolta indiretta – investimenti in titoli custoditi presso le banche – è cresciuta di 175,1 miliardi tra luglio 2024 e luglio 2025, con un incremento di 18,2 miliardi dalle famiglie e di 17,6 miliardi dalle imprese. I depositi nelle varie forme hanno segnato un +2,7% su base annua, mentre le obbligazioni bancarie sono cresciute dello 0,9%, raggiungendo i 264 miliardi.
Prestiti e impieghi bancari in accelerazione
Parallelamente, continua la crescita dei prestiti con l’ammontare complessivo dei finanziamenti a famiglie e imprese in salita dell’1,4% su base annua, in lieve accelerazione rispetto al +1,3% registrato a luglio. Per le famiglie si tratta dell’ottavo mese consecutivo di incremento, mentre per le imprese è il secondo mese di crescita. Nel complesso, gli impieghi bancari hanno sfiorato i 1.640 miliardi di euro, con un aumento dello 0,8% sull’anno precedente. Di questi, 1.415 miliardi hanno riguardato il settore privato e, in particolare, 1.273 miliardi sono stati destinati a famiglie e imprese non finanziarie. Per le piccole e medie imprese e per i titolari di partita IVA, l’accesso al credito resta cruciale per sostenere attività e investimenti, in un contesto in cui la liquidità disponibile tende a essere reinvestita più che accumulata.