Il mercato dei fiori, con la sua delicatezza e il suo fascino, continua ad attirare nuovi imprenditori che desiderano coniugare estetica e sostenibilità economica. Tuttavia, per operare in questo settore non basta la passione: serve una solida struttura amministrativa e una chiara conoscenza delle regole che governano il lavoro autonomo. Aprire una partita IVA è il primo passo per entrare ufficialmente nel mondo della floricoltura o del commercio floreale, ma è anche una scelta che comporta responsabilità precise.
La definizione del codice ATECO rappresenta un punto di partenza fondamentale. Chi si occupa del commercio all’ingrosso di fiori e piante deve indicare il codice 46.22.00, mentre chi lavora al dettaglio sceglierà il 47.76.10. Si tratta di una distinzione importante, perché da essa dipendono il regime fiscale applicabile e le agevolazioni accessibili. La corretta classificazione è anche il primo passo per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate e per accedere alle eventuali misure di sostegno dedicate alle microimprese. Il percorso burocratico per l’apertura della partita IVA non è complicato, ma richiede precisione. Oltre alla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, è necessario iscriversi al Registro delle Imprese, presentare la SCIA al Comune e, nel caso di personale dipendente, attivare le posizioni INPS e INAIL. Ogni passaggio serve a rendere l’attività pienamente operativa e conforme alle normative vigenti. Dal punto di vista fiscale, il regime forfettario rappresenta una scelta molto diffusa, soprattutto per chi muove i primi passi. Nel commercio di fiori e piante, il coefficiente di redditività fissato al 40% consente di calcolare il reddito imponibile in modo agevolato, garantendo una gestione più semplice. Gli imprenditori agricoli o florovivaisti che acquistano esclusivamente da produttori possono invece accedere a un regime ancora più favorevole, con redditività al 5%, purché rispettino requisiti specifici. Il mercato dei fiori, sebbene competitivo, continua a offrire buone opportunità. La domanda di composizioni per eventi, matrimoni e occasioni speciali resta alta, e si affianca oggi a nuove tendenze come gli abbonamenti floreali o la vendita online con consegna a domicilio. È un settore che unisce creatività e rigore, in cui la cura estetica deve sempre convivere con una gestione attenta dei costi e dei tempi. La deperibilità del prodotto, la stagionalità e le fluttuazioni dei prezzi richiedono capacità di pianificazione e una visione strategica a lungo termine. Per chi sogna di aprire un negozio di fiori o di entrare nel mercato floreale con una propria attività, la parola chiave è differenziazione. Offrire esperienze personalizzate, collaborare con wedding planner, location e studi di design può ampliare il pubblico e aumentare la redditività. Anche la presenza digitale gioca un ruolo decisivo: una vetrina Instagram curata, con immagini evocative e storytelling coerente, è oggi parte integrante del successo di un’attività. Entrare nel mercato dei fiori con una partita IVA significa, in definitiva, unire sensibilità artistica e spirito imprenditoriale. È la scelta di chi sa che dietro ogni bouquet non ci sono solo colori e profumi, ma un vero progetto professionale, fatto di competenza, dedizione e visione.
News | 31 ottobre 2025, 12:00
Partita IVA e mercato dei fiori: quando la passione diventa impresa
Aprire una partita IVA nel settore floreale significa trasformare l’amore per la bellezza in un’attività concreta, ma anche affrontare scelte fiscali, organizzative e creative che richiedono consapevolezza e preparazione
In Breve
venerdì 31 ottobre
giovedì 30 ottobre


Stefano Farinetti



