PNRR e imprese:
Sembra un lontano ricordo appartenente al periodo Covid, eppure il PNRR è una grande opportunità del nostro paese, che fa fatica ad essere gestita. I risultati concreti conseguiti, secondo la Corte dei conti nella loro ultima delibera Delibera n. 65/2025 in riferimento al solo 2025 riguardano diversi settori. Il settore agricolo e alimentare ha raggiunto l’obiettivo di più di 10 mila beneficiari che hanno ricevuto finanziamenti entro il 31 dicembre 2024, con una quota erogata di 500 milioni di euro spesi in innovazione e meccanizzazione, come già comunicato dal Ministero delle Politiche Agricole. Altri ottimi dati nel fondo nazionale per il rilancio degli immobili alberghieri e in ambito di ricerca-impresa, ove il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stipulato convenzioni che consentono operatività a nuovi 27 poli di ricerca e sviluppo previsti per fine 2025. Eppure, la spesa totale sostenuta al 30 giugno 2025 della totalità dei fondi stanziati Pnrr equivale al 39,12% ovvero un circa 76 mld di euro su un totale di 194 mld.
Scadenza vicina, ma continui aggiustamenti finanziari
La Corte dei conti sottolinea che la scadenza del 30 giugno 2026 sarà la data ultima per cui tutte le opere del PNRR dovranno essere completate senzaalcuna possibilità di proroga da parte con Bruxelles, ridisegnando la struttura economico-finanziaria. L’ultima proposta e variazione del PNRR è stata presentata al 21 marzo scorso e approvata il 20 giugno 2025, rimodulando scadenze, traguardi e flussi di spesa, ma rimanendo sempre intorno alla cifra complessiva di 194,42 miliardi. I ritardi nella sanità rimangono molto presenti, solo 5/14 obiettivi stati raggiunti, in particolare sulle terapie intensive e le case di comunità, ove l’82% dei fondi non sono stati spesi.
L’analisi finale dei giudici contabili
Alla luce dei ritardi, parte delle risorse rischia di rimanere inutilizzata o addirittura disimpegnata. La Corte dei conti sottolinea come la frammentazione dei soggetti attuatori e l’eterogeneità delle procedure stiano dilatando i tempi di erogazione, a scapito soprattutto delle PMI che necessitano di risposte rapide . L’assenza di erogazioni nel comparto autobus elettrici, unita alle lentezze nei centri tecnologici, fa emergere la necessità di semplificare ulteriormente le convenzioni e di introdurre controlli in loco mirati, per evitare che i 350 M€ destinati all’innovazione industriale tornino al bilancio generale. Il governo è richiamato ad accelerare le procedure, potenziare il personale dedicato e rimodulare i cronoprogrammi, pena la rinuncia definitiva a una quota significativa di investimenti strategici per la competitività delle imprese italiane. Anche il monitoraggio finanziario risulta inadeguato per valutare lo stato reale dei lavori, a causa della scarsa tempestività nell’aggiornamento di ReGiS, la piattaforma digitale centrale per il controllo dei fondi. Guardando al futuro, la Corte sottolinea che dal 2027diventerà cruciale garantire la sostenibilità economica e organizzativa delle opere eseguite o in corso. Molti enti locali rischiano infatti di trovarsi privi delle risorse umane e finanziarie necessarie per gestire e manutenere le infrastrutture consegnate. Per questo, il Governo è esortato a completare con urgenza gli strumenti amministrativi e normativi necessari a disciplinare con chiarezza e rigore la fase di chiusura del Piano.