In Basilicata l’imprenditoria agricola femminile non rappresenta un fenomeno di nicchia, ma una realtà consolidata e strategica per il futuro del territorio. A ribadirlo è stato l’assessore regionale alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Carmine Cicala, intervenuto questa mattina a Potenza all’incontro “Donne e Agricoltura”, promosso dal Soroptimist International d’Italia – Club di Potenza, in collaborazione con la Direzione generale regionale per le Politiche agricole.
Nel suo intervento, Cicala ha richiamato dati che collocano la Basilicata tra le regioni italiane con la più alta incidenza di aziende agricole guidate da donne. Si tratta di oltre 10 mila imprese, più di un terzo del totale regionale, un numero che testimonia un radicamento profondo soprattutto nelle aree interne. Una presenza che, ha sottolineato l’assessore, non è solo quantitativa ma qualitativa, capace di incidere sull’organizzazione produttiva, sulla tutela del territorio e sulla tenuta sociale delle comunità locali.
Negli ultimi anni, ha spiegato Cicala, la componente femminile è cresciuta anche nei percorsi di primo insediamento agricolo, con un aumento significativo della partecipazione alle misure del Programma di sviluppo rurale 2014–2022. Un segnale importante di ricambio generazionale e di rinnovamento del settore, che vede nelle donne un motore di innovazione e di apertura a nuovi modelli produttivi.
Le aziende agricole condotte da donne si distinguono infatti per una maggiore attenzione alla qualità, alla sostenibilità ambientale e alla multifunzionalità. Agricoltura biologica, filiere corte, trasformazione aziendale, agriturismo e fattorie didattiche sono ambiti nei quali l’imprenditoria femminile mostra una spiccata propensione. Non a caso, circa la metà degli agriturismi lucani è guidata da donne, un dato che racconta la capacità di integrare reddito agricolo, valorizzazione del territorio e coesione sociale.
Un passaggio centrale dell’intervento è stato dedicato al ruolo delle donne nelle aree interne, dove l’impresa agricola assume una funzione che va oltre la semplice produzione. Nei piccoli comuni e nei territori più fragili, anche un numero limitato di aziende può rappresentare un presidio fondamentale contro lo spopolamento, garantendo continuità economica, cura del paesaggio e vitalità delle comunità.
Accanto ai punti di forza, Cicala non ha però trascurato le criticità ancora presenti: difficoltà di accesso al credito, minore capitalizzazione, carichi di cura e carenze infrastrutturali. Vincoli strutturali che, ha precisato, non possono essere affrontati come problemi individuali, ma richiedono politiche pubbliche integrate e di lungo periodo.
In questa direzione si inserisce l’impegno della Regione con il Complemento di Sviluppo Rurale 2023–2027, in coerenza con la Politica agricola comune e con le misure nazionali di Ismea. Un quadro di interventi che punta a rafforzare un modello di sviluppo rurale inclusivo, fondato su innovazione, sostenibilità e protagonismo femminile. Sostenere l’imprenditoria agricola delle donne, ha concluso l’assessore, non è solo una questione di equità, ma una scelta strategica per la resilienza del sistema agricolo lucano e per il futuro delle sue aree rurali.


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