Le Regioni italiane devono mantenere un ruolo centrale nella definizione e gestione dei fondi di coesione europei, evitando ogni forma di accentramento nazionale che rischi di ridurre la loro capacità operativa e di governance. È questo il messaggio chiaro lanciato oggi da Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, intervenendo alla Conferenza delle Regioni a Roma alla presenza del vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla politica di coesione e alle riforme, Raffaele Fitto.
Nel suo intervento, Giani ha sottolineato come le Regioni abbiano sviluppato nel tempo competenze significative nell’utilizzo dei fondi strutturali Ue, capaci di tradursi in politiche pubbliche efficaci per i cittadini. La Toscana è stata citata come esempio concreto: grazie all’impiego dei fondi comunitari sono state adottate misure di welfare come i nidi gratis e il programma dei libri scolastici gratuiti, oltre ad interventi a sostegno delle fragilità sociali e della vita indipendente. Misure che, nonostante i dubbi iniziali di alcuni ministeri, sono state riconosciute come buone pratiche dalla Commissione Ue.
Per Giani, poi, sarebbe un errore replicare un modello di gestione fortemente centralizzato a livello nazionale, come in parte avvenuto nella governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Secondo il presidente toscano, un tale approccio non solo indebolirebbe la capacità di risposta ai bisogni dei territori, ma rischierebbe anche di rallentare l’efficacia degli interventi, soprattutto in vista della nuova programmazione europea 2028-2034.
Il confronto ha toccato anche il nodo degli investimenti in infrastrutture strategiche e sostenibili. Giani ha evidenziato le difficoltà incontrate dalle Regioni nelle attuali programmazioni 2021-2027, dove vincoli normativi e limiti all’utilizzo delle risorse hanno spesso frustrato progetti di modernizzazione delle reti e delle strutture, pur in presenza di obiettivi ambientali condivisi. Per superare questi ostacoli, ha ricordato, alcune Regioni hanno fatto ricorso a fondi propri o al Fondo di sviluppo e coesione.
Un altro tema toccato dal presidente toscano riguarda l’eccesso di vincoli nei bilanci regionali, in particolare sul fronte del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Giani ha proposto l’avvio di un processo di semplificazione come linea di lavoro condivisa, per alleggerire gli oneri burocratici e consentire una più rapida e flessibile attuazione dei programmi.
Dal lato della Commissione Ue, Fitto ha ribadito che, nonostante le riforme in corso della politica di coesione, le Regioni restano protagoniste del processo e che negli strumenti attuali, come nella revisione di medio periodo della programmazione, rimane spazio per orientare le risorse verso priorità emerse a livello locale e regionale.
Sul fronte della Conferenza, altri presidenti regionali hanno rilanciato richieste simili: dalla sollecitazione di tempi certi e minore rigidità normativa alla richiesta di un rapporto più diretto tra territori e istituzioni europee nel quadro della governance multilivello.
Con la futura programmazione europea ormai alle porte, il dibattito tra Commissione e Regioni mette in evidenza una tensione crescente tra esigenze di coordinamento centrale e la spinta territoriale verso una gestione più autonoma e strategica dei fondi comunitari.


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