News | 22 dicembre 2025, 11:46

Lombardia ancora “maglia nera” per morti sul lavoro, ma cala l’incidenza: –17,4% nei primi dieci mesi del 2025

La regione resta in zona bianca nonostante il triste primato nazionale per vittime; Milano la provincia con il maggior numero di decessi

Lombardia ancora “maglia nera” per morti sul lavoro, ma cala l’incidenza: –17,4% nei primi dieci mesi del 2025

La Lombardia continua a far registrare il più alto numero di morti sul lavoro in Italia nei primi dieci mesi del 2025, con 128 decessi complessivi. Pur mantenendo un profilo inferiore alla media nazionale in termini di rischio – che vale alla regione la zona bianca secondo la classificazione dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega – il bilancio resta drammatico. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo del 2024, si osserva un calo significativo delle vittime (-17,4%), pari a 27 decessi in meno, segno di un andamento in lieve miglioramento. 

La classificazione a zona bianca indica che la Lombardia ha un’incidenza di mortalità sul lavoro – 19 morti ogni milione di occupati – più bassa di quella media nazionale, che si attesta attorno a 27,5 morti per milione. Questo posizionamento riflette un rischio relativo inferiore se confrontato con molte altre regioni italiane. 

All’interno del territorio regionale, tuttavia, persistono forti disparità: Cremona è l’unica provincia in “zona rossa”, con un indice di mortalità più che doppio rispetto alla media nazionale. Brescia e Lecco figurano in zona arancione, seguite da Mantova e Bergamo in zona gialla, mentre Milano, pur registrando il maggior numero assoluto di vittime (36), è classificata in zona bianca insieme a Lodi, Como, Sondrio, Monza Brianza, Varese e Pavia. 

Tra i 128 decessi totali in Lombardia, 86 si sono verificati in occasione di lavoro (26 in meno rispetto al 2024), mentre 42 sono morti in itinere – ovvero nel tragitto casa‑lavoro (1 in meno rispetto allo scorso anno). Nonostante la riduzione, questi numeri confermano che la regione detiene il saldo più alto in Italia sia per morti totali sia per morti verificatasi sul posto di lavoro. 

Anche la distribuzione tra province evidenzia forti divari: dopo Milano, seguono Brescia con 21 decessi e Bergamo con 20, poi Cremona (13), Mantova (8), Como e Pavia (6), Lecco e Monza Brianza (5), mentre Varese, Lodi e Sondrio registrano i numeri più bassi. 

L’incremento delle denunce di infortunio totali – passate da 91.414 a 91.719 nel periodo gennaio‑ottobre 2025 – segnala un leggero aumento di casi registrati rispetto all’anno precedente, sebbene l’andamento degli incidenti mortali sia in calo. 

I dati di genere e nazionalità offrono ulteriori spunti di riflessione. Le donne lavoratrici hanno denunciato 33.085 infortuni, di cui 25.393 in occasione di lavoro, mentre gli uomini ne hanno denunciati 58.634 (49.760 in occasione di lavoro). Tra le vittime, 16 donne – di cui 8 in occasione di lavoro e 8 in itinere – rappresentano oltre il 20% dei decessi femminili sul lavoro in Italia, un dato che evidenzia come il fenomeno non sia esclusivamente maschile. 

Inoltre, quasi un quarto delle denunce di infortunio riguarda lavoratori stranieri, con 24.292 segnalazioni su 91.719, tra cui 19.939 in occasione di lavoro; 28 lavoratori stranieri sono deceduti, di cui 15 sul luogo di lavoro e 13 in itinere. 

Per settori di attività, l’industria manifatturiera si conferma la più colpita con 12.885 denunce di infortunio in occasione di lavoro, seguita da Trasporto e Magazzinaggio, Commercio, Costruzioni e Sanità, sottolineando come i rischi siano particolarmente elevati in segmenti produttivi intensivi e complessi. 

Il quadro delineato dai dati dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering evidenzia come, nonostante alcuni segnali positivi di riduzione dell’incidentalità mortale, la sicurezza nei luoghi di lavoro in Lombardia resti un’emergenza persistente che richiede attenzione costante da parte delle istituzioni, delle imprese e delle organizzazioni sindacali.

Redazione