Roma – In un’Italia sempre più anziana, il diritto alla salute rischia di diventare un privilegio e non una garanzia per tutti gli over 65. Questo il grido d’allarme lanciato da Cna Pensionati durante l’incontro nazionale “Sanità, un diritto per tutti. Osservatorio di tutela della salute per gli anziani”, svoltosi presso l’NH Hotel Villa Carpegna. La riflessione prende avvio da una fotografia preoccupante: il sistema socio-sanitario italiano, pur restando un patrimonio prezioso, non riesce ancora a rispondere in modo equo alle esigenze della popolazione anziana, in crescita numerica e con bisogni sempre più complessi.
Il cuore dei lavori è stato la presentazione della quarta edizione dell’Osservatorio, uno strumento permanente pensato per monitorare la domanda reale di servizi sanitari tra i pensionati, valutare le prestazioni offerte e proporre soluzioni per colmare le lacune del sistema. Secondo i dati raccolti, su un campione di 5.553 intervistati, emergono risultati significativi: la maggior parte (79,2%) riesce a consultare il medico di medicina generale entro mezz’ora, ma persistono forti disuguaglianze territoriali, con prestazioni migliori al Centro-Nord e peggiori nel Sud e nelle aree rurali.
Un altro elemento critico riguarda l’accesso ai servizi specialistici e al Pronto soccorso: il 31% degli intervistati ha rinunciato a cure per difficoltà di spostamento, dovute alla distanza e ai collegamenti insufficienti, soprattutto nei contesti periferici. Inoltre, metà degli over 65 ha manifestato la disponibilità a pagare per anticipare visite o esami, segno di frustrazione verso i tempi di attesa.
Un nodo centrale dell’analisi riguarda la digitalizzazione dei servizi sanitari. Se è vero che le tecnologie digitali promettono semplificazione, l’indagine rivela che oltre un terzo degli anziani (36,6%) non utilizza questi strumenti e quasi il 10% non sa nemmeno cosa siano. La familiarità con strumenti come lo SPID è spesso limitata, e solo un misero 4% ha sperimentato la telemedicina. Questo gap digitale rischia di escludere vaste fasce di popolazione dall’accesso a prestazioni e informazioni essenziali.
Nel corso della giornata è stato sottolineato come le fragilità croniche, la non autosufficienza e la richiesta di assistenza continuativa stiano spingendo la sanità verso un nuovo paradigma, in cui medicina territoriale, prevenzione, teleassistenza e sostegno familiare diventano imprescindibili. Tra le principali raccomandazioni emerse dall’Osservatorio figurano semplificazione dei percorsi di accesso ai servizi, potenziamento dell’assistenza territoriale, valorizzazione delle strutture di prossimità e integrazione tra canali digitali e tradizionali.
Un altro punto di forte dibattito ha riguardato il ruolo degli anziani nella definizione delle politiche pubbliche. Gli organizzatori hanno ribadito che gli over 65 non devono essere considerati soggetti passivi, ma cittadini titolari di diritti, competenze e parte attiva nei processi decisionali. Per questo, secondo Cna Pensionati, è indispensabile promuovere azioni formative e iniziative che favoriscano la partecipazione attiva degli anziani nella società.
Il presidente di Cna Pensionati, Lorenzo Marchetti, ha definito l’Osservatorio come l’“strumento definitivo per comprendere la salute delle strutture pubbliche e private”, sottolineando che “conoscere a fondo le problematiche è il primo passo per affrontarle”. Marchetti ha poi allargato il discorso alla situazione economica dei pensionati, in particolare degli artigiani, le cui pensioni vengono giudicate insufficienti rispetto agli anni di lavoro contributivo, e alla necessità di rivedere il modello di welfare italiano per rispondere a un trend demografico che vede oltre il 25% della popolazione sopra i 65 anni, con proiezioni in crescita nei prossimi decenni.
Dal fronte politico è intervenuta Marina Sereni, responsabile nazionale per Salute e Sanità del Partito Democratico, che ha riconosciuto la qualità del Servizio sanitario nazionale italiano, pur evidenziando criticità come le liste d’attesa e la percezione di disuguaglianze nell’accesso alle cure. Sereni ha inoltre richiamato l’attenzione sulla carenza di personale medico e infermieristico, elemento che rischia di aggravare la gestione della cronicità e dell’assistenza domiciliare per gli anziani.
All’incontro hanno partecipato anche esperti come Ludovico Cavallaro del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, il presidente del Cergas, Elio Borgonovi, e in collegamento Paolo Petralia, vicepresidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso). I lavori si sono conclusi con l’intervento del presidente di Cna, Dario Costantini, che ha collegato la salute individuale alla salute dell’associazione, rimarcando l’importanza della tradizione e della solidarietà tra generazioni per costruire un sistema sanitario davvero inclusivo e sostenibile.


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