Foggia – Una mobilitazione pacifica ma carica di rivendicazioni concrete è stata annunciata per lunedì 15 dicembre alle ore 18.00 davanti alla Prefettura di Foggia. A promuoverla è il consigliere regionale Antonio Tutolo, che definisce l’iniziativa “non una semplice protesta, ma una passeggiata con i cittadini” per chiedere al **Governo centrale risposte chiare e impegni reali sul futuro della Capitanata, territorio da troppo tempo trascurato.
«Non possiamo più accontentarci di promesse vaghe e numeri sparati a caso», ha dichiarato Tutolo, denunciando decenni di ritardi e annunci privi di riscontri concreti. Il fulcro della mobilitazione sono le opere infrastrutturali legate alla gestione dell’acqua, considerate fondamentali per lo sviluppo economico e sociale della provincia di Foggia.
Uno dei punti critici è la condotta del Liscione, progetto da anni al centro del dibattito politico locale. Secondo Tutolo gli stanziamenti annunciati non risultano presenti in atti ufficiali di legge di bilancio, né vi è certezza che i fondi siano destinati all’opera, essendo al momento previsti solo per attività di progettazione. Al contempo, vi sono opere strategiche come la Diga di Piano dei Limiti, la cui realizzazione richiede rifinanziamento, e la diga di Palazzo d’Ascoli, attualmente ferma alla sola progettazione, che restano irrisolte da anni.
Queste infrastrutture sono viste da Tutolo come pilastri per garantire approvvigionamento idrico stabile non solo all’agricoltura, ma anche all’insieme del tessuto economico locale. «Il problema parte dall’acqua – ha sottolineato – ma da qui si gioca il futuro dell’intera economia della Capitanata. Senza acqua non c’è agricoltura, non c’è allevamento, non c’è industria agroalimentare e non c’è indotto». Una situazione che trova riscontri ampi anche nelle preoccupazioni sollevate nelle commissioni regionali per la crisi idrica, dove è emerso che, senza interventi strutturali, molte coltivazioni rischiano di rimanere senz’acqua.
La mobilitazione è stata pensata non solo come richiesta di opere idriche, ma anche come segnale per mettere al centro temi di sviluppo e sicurezza territoriale. «Un territorio senza infrastrutture adeguate e servizi essenziali è un territorio fragile, esposto a spopolamento e degrado – ha ricordato Tutolo –. Lo sviluppo e la sicurezza devono camminare insieme, altrimenti la criminalità e la mafia se la mangiano la nostra terra».
In vista della passeggiata del 15 dicembre, Tutolo ha invitato per iscritto associazioni di categoria, sindaci, amministratori locali, rappresentanti istituzionali e politici affinché il fronte delle istanze territoriali sia il più unitario possibile. L’intento è quello di dare forza collettiva alla richiesta di cambiamento, segnalando che la Capitanata non può più aspettare decisioni che tardano ad arrivare da decenni.
L’appuntamento assume un significato simbolico e pratico: non una marcia di protesta violenta, ma un percorso condiviso di cittadini e istituzioni verso una maggiore visibilità delle esigenze locali, per rimarcare che le promesse non mantenute e gli annunci propagandistici non bastano più. Dopo decenni di richiesta di infrastrutture adeguate, dal “tubone” Liscione‑Occhito alle grandi dighe strategiche, la Capitanata vuole visibilità politica e risorse certe per fronteggiare la crisi idrica, rilanciare l’agricoltura e invertire il trend di spopolamento ed erosione economica.
La mobilitazione rappresenta quindi un crocevia importante nella stagione delle rivendicazioni territoriali pugliesi: con una provincia che si trova spesso agli ultimi posti delle classifiche nazionali per sviluppo e servizi, la richiesta è quella di programmazione, investimenti e fatti reali, piuttosto che di annunci e promesse rinnovate di volta in volta senza risultati tangibili.


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