La Basilicata celebra una nuova, importante affermazione nel panorama enogastronomico nazionale: il Vulture è stato ufficialmente confermato come Città Italiana del Vino 2026. La nomina, accolta con entusiasmo dalle istituzioni regionali e dai sindaci dei 14 Comuni coinvolti, rappresenta una straordinaria opportunità per valorizzare il patrimonio vitivinicolo e culturale dell’intero territorio lucano, proiettandolo su scala nazionale e internazionale.
“È un riconoscimento prestigioso che si affianca a quello di Conegliano-Valdobbiadene in Veneto – ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Cicala –. Per la Basilicata si apre una stagione di promozione e visibilità, con possibilità concrete di sviluppo turistico, culturale ed economico”.
L’idea di costruire un “ponte simbolico” tra Sud e Nord dell’Italia, collegando il Vulture alla storica area vitivinicola veneta, conferisce al progetto un valore ulteriore. La collaborazione tra le due regioni sarà al centro di iniziative condivise, che comprenderanno eventi, percorsi enoturistici integrati e un piano di comunicazione comune finalizzato a rafforzare l’identità delle due realtà vinicole.
L’assessore Cicala ha sottolineato come il riconoscimento rappresenti una sfida organizzativa significativa: “Abbiamo ricevuto dal sindaco capofila di Ripacandida la richiesta urgente di supporto per reperire risorse economiche per oltre un milione di euro nel biennio 2026-2027. L’obiettivo è garantire eventi congiunti, attività promozionali e il pieno funzionamento del comitato tecnico incaricato dell’organizzazione”.
A tal proposito, l’assessore ha rassicurato i Comuni coinvolti: “La direzione Politiche Agricole è già pronta a fornire tutto il supporto organizzativo necessario. La competenza sul reperimento delle risorse è in capo al presidente della Regione, Bardi, al quale ho rappresentato l’urgenza della situazione. Confido che venga convocato rapidamente un tavolo operativo per individuare le coperture economiche e avviare senza indugio la macchina organizzativa”.
Il progetto promette di valorizzare non solo la produzione vitivinicola ma anche il patrimonio culturale, gastronomico e turistico del Vulture. Gli eventi previsti, insieme a percorsi enoturistici integrati tra Basilicata e Veneto, dovrebbero attirare appassionati e turisti, creando sinergie tra territori lontani ma uniti dalla qualità e dalla tradizione del vino italiano.
“La Basilicata merita di cogliere appieno questa straordinaria occasione – ha concluso l’assessore –. Il riconoscimento del Vulture come Città Italiana del Vino deve diventare un successo condiviso, che coinvolga l’intera comunità regionale e dia visibilità al nostro patrimonio unico”.
Con questa nomina, il Vulture entra così nel novero delle aree vitivinicole italiane di eccellenza, affiancandosi a territori già celebri come Conegliano-Valdobbiadene. Un traguardo che punta a consolidare la Basilicata come meta enoturistica di riferimento, capace di coniugare tradizione, innovazione e sviluppo sostenibile.
La sfida è lanciata: 2026 sarà un anno chiave per il Vulture e per tutti i Comuni lucani coinvolti, pronti a scrivere una nuova pagina di crescita culturale, economica e turistica.






