Negli ultimi mesi, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli fiscali: mediante sistemi di analisi e a centinaia di banche dati gestite dal partner tecnologico Sogei, molti contribuenti — in particolare partite Iva, imprese medie e freelance — ricevono lettere con richieste di chiarimento: chi non risponde o ignora gli alert rischia l’accertamento. L’obiettivo dichiarato è selezionare i soggetti ritenuti “a rischio”, basandosi su indicatori di affidabilità fiscale per massimizzare l’efficacia dell’attività di contrasto all’evasione.
Controlli in aumento: 270.000 verifiche nel 2026
L’Agenzia punta a effettuare circa 270.000 accertamenti nel 2026 — con un aumento di almeno il 20 % rispetto al 2025 — e a salire fino a oltre 350.000 controlli entro il 2028. Le verifiche interesseranno particolarmente le PMI, con una crescita stimata di almeno il 20 % nel 2026 e del 50 % entro il 2028. I contribuenti inattivi o che non rispondono agli alert rischiano accertamenti anche su importi modesti, e controlli su più anni d’imposta se le anomalie si ripetono. Con entrate tributarie cresciute di oltre 9,3 miliardi nei primi dieci mesi del 2025, infatti, la pressione fiscale è in aumento anche grazie al maggior numero di controlli e accertamenti contro l’evasione.
ISA e Concordato preventivo biennale per le partite Iva
Per i titolari di partita Iva gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) diventano cruciali: un punteggio basso segnala un’elevata probabilità di essere sottoposti a controllo. La platea interessata è ampia — oltre due milioni tra imprese, società e professionisti — ed è eterogenea per tipo di attività, distribuzione geografica e forma giuridica, rendendo fondamentale una selezione mirata.
Per incentivare la regolarizzazione spontanea, il nuovo ravvedimento speciale collegato al Concordato biennale 2025-2026 consente a chi aderisce di sanare eventuali irregolarità relative alle annualità dal 2019 al 2023. L’imposta sostitutiva varia in base al punteggio ISA: un voto tra 8 e 10 prevede un’aliquota del 10 %, tra 6 e 8 del 12 %, al di sotto del 6 del 15 %; a queste si somma un’aliquota Irap unica del 3,9 %. Per gli anni dell’emergenza Covid (2020–2021) è previsto uno sconto del 30 %. Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione entro il 15 marzo 2026 oppure in massimo dieci rate mensili con interessi. Il meccanismo non riguarderà più i contribuenti in regime forfettarioche dal 2025 sono esclusi dal Concordato biennale. Tale esclusione riduce la platea ma concentra l’attenzione sulle partite Iva “ISA-based”, considerandole più rilevanti ai fini del contrasto all’evasione.


Mario Gentile



