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Ci sono destinazioni che non si limitano a essere visitate, ma che si lasciano leggere come un libro. Sono angoli d’Italia in cui la letteratura prende forma nei paesaggi e negli spazi domestici degli autori.
Esistono luoghi in cui il tempo si ferma e la memoria fa riaffiorare ricordi già vissuti sulle pagine di libri letti. Sono i parchi letterari e le case museo, spazi in cui il viaggio incontra la narrazione e il turista diventa lettore immerso in un paesaggio che continua a parlare attraverso le voci degli autori che lo hanno abitato.
I parchi letterari nascono per preservare e valorizzare quei territori che hanno ispirato grandi scrittori. Non sono semplici aree protette, ma scenari narrativi che intrecciano natura, storia e letteratura. Passeggiare in un parco letterario significa riconoscere nel paesaggio le emozioni che hanno guidato la penna di un poeta o di un romanziere.
Il silenzio dei borghi montani, il profilo delle coste, l’atmosfera delle campagne diventano pagine da leggere con i piedi e con gli occhi.
Molti parchi propongono visite guidate tematiche, letture all’aperto, percorsi sensoriali ed eventi che permettono di entrare letteralmente “dentro il testo”, favorendo un turismo lento e sostenibile, attento alla relazione tra uomo e territorio.
Accanto ai parchi letterari, le case museo offrono un’altra forma di immersione culturale con l’ingresso nelle dimore che hanno custodito la quotidianità degli scrittori. Qui si ritrovano oggetti personali, biblioteche, fotografie e lettere che rivelano non solo il genio creativo, ma anche la dimensione privata e domestica degli autori. Visitare una casa museo significa avvicinarsi all’opera attraverso la vita e la semplicità della quotidianità. La scrivania, la luce della finestra, i fogli sul tavolo diventano indizi preziosi per comprendere l’origine di un immaginario.
Secondo i dati ISTAT–Ministero della Cultura, in Italia esistono 4.416 strutture di patrimonio culturale, e le case museo rappresentano circa il 3% del totale.
Nel 2022 ne sono state censite 145, un numero in crescita rispetto alle 89 del 2019; si tratta di un segnale positivo che dimostra la crescente attenzione verso il patrimonio diffuso. La loro forza è la capillarità, infatti molte sorgono in borghi e aree interne, contribuendo a distribuire i flussi turistici e offrendo itinerari alternativi ai grandi poli culturali. In un momento in cui musei e siti UNESCO registrano afflussi elevati, le case museo propongono un’esperienza più intima e sostenibile, ideale per chi cerca un rapporto più diretto con i luoghi.
Non mancano tuttavia le sfide, come la scarsa visibilità, le risorse limitate, la disomogeneità territoriale e difficoltà nel trovare spazio nei piani turistici nazionali. Per crescere, queste realtà necessitano di investimenti in comunicazione, digitalizzazione e reti di collaborazione tra musei, enti locali e associazioni.
Il futuro di parchi letterari e case museo passa attraverso nuove forme di narrazione, a partire dalle audioguide immersive, passando alla realtà aumentata, ai podcast, alle mappe interattive, fino ad arrivare ai laboratori creativi. Strumenti capaci di coinvolgere anche il pubblico più giovane e trasformare la visita in un’esperienza attiva.
Scegliere di esplorare questi luoghi significa regalarsi un viaggio diverso, che non si limita a osservare un paesaggio, ma lo ascolta e lo vive. Sono spazi che invitano a rallentare, a leggere tra le righe del territorio e a sentirsi parte di una storia che continua a crescere insieme ai suoi visitatori.


Zaki Lombardo



