Il Museo di Palazzo Mocenigo rinnova il suo viaggio tra culture e tessuti: questa volta sposta lo sguardo sul Giappone con la mostra Il kimono maschile. Trame di vita, racconti di stile, un progetto che sarà visitabile dal 5 dicembre 2025 al 4 aprile 2026 a Venezia.
Il museo, da sempre dedito a indagare la moda come linguaggio culturale e memoria storica, amplia così la sua geografia del tessuto. Dopo esperienze orientali come la collaborazione con il Museo della Seta di Suzhou, questa volta propone un’immersione nella sartorialità maschile giapponese, meno esplorata ma ricca di significati.
La selezione in mostra comprende haori e nagajuban, capi tradizionali maschili spesso celati alla vista, molti esposti per la prima volta, insieme a oltre sessanta oggetti prestati dal Museo d’Arte Orientale di Venezia. Ciò che colpisce è il contrasto tra l’esterno discreto dei kimono e l’interno — la fodera — riccamente decorato: un universo nascosto di motivi, simboli e racconti.
Questo “doppio registro” — sobrietà esterna e ricchezza interna — è chiamato con il termine tradizionale ura moyō, ovvero “motivo sul retro” o “disegno nascosto”: un espediente che, nel Giappone dei primi decenni del Novecento, trasformava il kimono in un “manifesto personale”, specchio dell’individuo, della sua spiritualità, delle sue aspirazioni, delle sue radici.
L’allestimento propone un percorso articolato in diverse sezioni tematiche: storie di religione e spiritualità, evocazioni del mondo naturale, riferimenti alla tradizione popolare, al teatro — tra Nō e Kabuki — alla musica, all’arte classica giapponese e a grandi maestri come Utagawa Hiroshige, Kitagawa Utamaro, Itō Jakuchū, Kamisaka Sekka. Si esplorano anche le stagioni della modernità: alcuni abiti — e decorazioni — testimoniano l’attrazione verso l’Occidente, l’Occidentalismo; motivi ispirati allo sport, alla tecnologia, ai trasporti, agli scambi culturali che segnarono la svolta del Paese agli inizi del Novecento.
Inoltre, la mostra offre uno sguardo sul processo creativo e artigianale che sta dietro a quei capi: nella sezione “Kimono LAB” il visitatore può scoprire le tecniche tessili e decorative usate per realizzare gli abiti — sete pregiate, lane importate, e metodi tradizionali come kasuri, katayūzen, yuzenzome, shibori e altri raffinati procedimenti artigianali.
Con questo progetto, Palazzo Mocenigo conferma la propria capacità di usare il tessuto come «linguaggio globale», come strumento per raccontare identità, culture, scambi, trasformazioni sociali e storia.
Questa mostra rappresenta un invito rivolto non solo a studiosi e appassionati di moda o storia dell’arte, ma anche a chiunque desideri ascoltare — attraverso fibre, sete, motivi e pieghe — le storie silenziose di una cultura e di una società.


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