Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha incontrato al Ministero della Difesa il ministro Guido Crosetto per discutere del futuro della linea ferroviaria Roma–Pescara railway, proposta come “infrastruttura strategica” per la mobilità militare. L’obiettivo è rafforzare il ruolo dell’Abruzzo sia sul piano della sicurezza nazionale sia come volano per lo sviluppo e la coesione territoriale.
Marsilio ha sottolineato come la riconversione della ferrovia in asse militare permetta di valorizzare un investimento infrastrutturale nazionale, inserendolo nel contesto degli impegni assunti a livello NATO per la difesa e la mobilità delle forze armate. Secondo il governatore, la scelta non riguarda soltanto l’efficienza logistica, ma rafforza anche il legame fra esigenze di difesa e interessi delle comunità locali.
Durante l’incontro è stato affrontato anche un tema di rilievo per l’Abruzzo: il calo drastico della presenza militare nella regione negli ultimi decenni — dalle circa 7.000 unità a circa 1.700 oggi. Marsilio ha chiesto al ministro un piano di rafforzamento stabile dell’assetto delle Forze armate sul territorio, indicando le caserme locali come possibili presidi da potenziare, soprattutto nelle aree interne.
Un aspetto centrale del ragionamento è il collegamento fra difesa e politica territoriale: per Marsilio, rafforzare la presenza militare nelle zone interne può rappresentare una strategia anche contro lo spopolamento. Insediamenti stabili, come caserme riattivate o potenziate e nuove funzioni sul territorio, significherebbero non solo garanzia di sicurezza ma anche opportunità economiche e sociali per comunità spesso fragili.
Se la linea Roma–Pescara sarà formalmente riconosciuta come infrastruttura per la mobilità della difesa, l’opera potrebbe accedere a risorse dedicate, accelerando lavori di ammodernamento e raddoppio, come previsto dai progetti già avviati su alcuni tratti della tratta.
Tuttavia, la proposta non è priva di critiche. Alcuni esponenti politici regionali — come il consigliere Antonio Di Marco — hanno espresso preoccupazione per il cambiamento di natura dell’infrastruttura, da collegamento civile a possibile corridoio militare. Secondo loro, la priorità dovrebbe restare nella tutela del territorio e nella garanzia di servizi per i cittadini.
La proposta formulata da Marsilio e Crosetto — che unisce infrastruttura ferroviaria, presidio militare e politica territoriale — pone l’Abruzzo al centro di una riflessione più ampia: quella del ruolo delle regioni interne in un’Italia che cambia. Se attuata, potrebbe rappresentare una strategia duplice: garantire la sicurezza nazionale e, allo stesso tempo, investire nel rilancio socio-economico delle aree più fragili.
Il dossier è ora nelle mani del governo e del Ministero della Difesa: la decisione finale sul riconoscimento dell’asse Roma–Pescara come infrastruttura strategica sarà un passaggio decisivo non solo per le Forze armate, ma per il futuro delle comunità abruzzesi.


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