News | 07 agosto 2025, 09:00

Agosto: 335mila assunzioni previste, rallenta la spinta occupazionale

Unioncamere segnala un calo rispetto al 2024, ma restano oltre 1,4 milioni di posizioni aperte nel trimestre. Ancora forti le difficoltà di reperimento

Agosto: 335mila assunzioni previste, rallenta la spinta occupazionale

Le imprese italiane prevedono circa 335.000 nuovi contratti di lavoro per il mese di agosto, in lieve calo rispetto ai 347.000 dello stesso periodo del 2024. È quanto emerge dal bollettino mensile del sistema Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Nonostante la flessione del 3,6 %, il dato trimestrale resta solido: tra agosto e ottobre sono previste oltre 1,4 milioni di entrate, segnale di una domanda ancora sostenuta ma condizionata da elementi di instabilità macroeconomica. La difficoltà di reperimento dei profili richiesti tocca il 46 %, in crescita rispetto all’anno precedente, e conferma un divario strutturale tra le competenze disponibili e quelle richieste dalle imprese.

I settori trainanti e le criticità territoriali
Il settore dei servizi rimane il motore della domanda di lavoro: circa 935.000 contratti sono previsti nel trimestre, di cui oltre 223.000 solo ad agosto. Turismo, commercio, servizi operativi e assistenza alla persona occupano la maggior parte delle posizioni. L’industria prevede circa 76.000 assunzioni nel mese e 365.000 nel trimestre, con focus particolare su alimentare, meccanica, elettronica e metallurgia. Il settore agricolo stima oltre 36.000entrate mensili, legate soprattutto alla stagione delle colture. Il Nord-Est si conferma l’area con la maggiore vitalità occupazionale, mentre le regioni del Sud soffrono ancora squilibri tra disponibilità e domanda. Le imprese con oltre 250 dipendenti coprono il 16% delle previsioni totali, ma il ruolo delle micro e piccole imprese resta centrale, specie nei servizi.

Formazione, mismatch e nuove priorità
Quasi metà delle figure ricercate non è facilmente reperibile: la scarsità di candidati adeguati, soprattutto per i profili tecnici e specializzati, è il nodo principale. Il presidente di Unioncamere Andrea Prete ha richiamato l’urgenza di rafforzare l’orientamento formativo e professionale, con percorsi più aderenti alla domanda reale del mercato. I settori dell’ICT, dei servizi avanzati e della logistica mostrano segnali di stagnazione nella disponibilità di risorse qualificate, e il recente report CNELevidenzia un aumento del disallineamento nei ruoli ad alta intensità di conoscenza. Senza un rafforzamento strutturale del raccordo tra sistema educativo, imprese e politiche attive, si fa concreto il rischio di ampliare il divario tra le opportunità esistenti e le capacità effettive di intercettarle.

Mario Gentile