Alle prossime regionali ha scelto di candidarsi con il Terzo Polo. Ci motiva questa Sua decisione?
Da sempre la mia azione politica è stata cercare soluzioni concrete per i problemi delle persone, dei lavoratori, delle imprese. Oggi riconosco nel Terzo Polo lo strumento più adatto a portare avanti con successo le mie battaglie. Dopo anni di politica sono fermamente convinto che, Il Terzo Polo è il nuovo bacino d'utenza per tutte quelle posizioni moderate, o meglio un contenitore riformatore, liberale e popolare nato a causa del bipolarismo estremo degli ultimi tempi, insomma, un nuovo centro nel quale molti si riconoscono. Noi nel Terzo Polo siamo moderati perché non siamo schiavi di ideologie e retaggi del secolo scorso né della vecchia politica: siamo l’Italia che crede nella competenza e nell’impegno, che unisce le energie migliori per costruire il futuro, anzi il presente, che meritiamo.
Inoltre , il Terzo Polo raccoglie tutte le posizioni
Ci illustra i punti cardine del Suo programma politico per il rilancio della Lombardia?
La Lombardia, fino ad oggi, ha fatto bene ma dobbiamo fare meglio, perché più che mai abbiamo bisogno di verità e pragmatismo. La Lombardia deve esprimere tutto il suo potenziale e per farlo occorre superare i populismi e le demagogie, un concetto di lavoro che non esiste più e le burocrazie che sono zavorre, le promesse vuote e i vantaggi miracolosi. Il mio impegno oggi è far ripartire la Lombardia, il vero motore dell’Italia. Raggiungeremo questo obiettivo lavorando sodo e promuovendo efficienza, innovazione, sburocratizzazione, digitalizzazione e un approccio liberale. La Lombardia è ricca di persone competenti e volenterose, che esprimono idee e sono pronte ad entrare in azione per rilanciare la Regione, come me. Siamo la Lombardia che agisce perché il mondo va avanti in fretta, e noi dobbiamo fare altrettanto, essere l’energia per crescere velocemente e bene. Ripartiamo dalle categorie più penalizzate dai governi immobili che hanno governato il sistema paese, ripartiamo dalle imprese, dal commercio, dalle partite IVA, dalle Pmi, dalla sburocratizzazione senza dimenticare la sicurezza sul lavoro, chi va riposizionato e reinserito. Solo così creeremo nuove, concrete, opportunità.
Nello specifico cosa propone per il mondo delle imprese e dei lavoratori autonomi cardini di un sistema produttivo fondamentale per l'intera nazione?
Le PMI soffrono una burocrazia asfissiante che toglie tempo, energie, risorse e schiaccia la nascita e la crescita di nuove attività produttive. Per sostenere questa forza che è la vera forza motrice della Lombardia e dell’Italia è urgente sburocratizzare attraverso la digitalizzazione, rendendo efficienti gli sportelli pubblici e creando forme di lavoro agile senza dimenticare la sicurezza sul lavoro. I dati ci restituiscono chiaramente un divario fra la domanda delle aziende e l’offerta di professioni artigianali e del made in italy. Per presidiare questo fondamentale comparto produttivo bisogna aiutare il mondo della formazione a dialogare con quello produttivo. I dati ci restituiscono chiaramente un divario fra la domanda delle aziende e l’offerta di professioni artigianali e del made in italy. Per presidiare questo fondamentale comparto produttivo bisogna aiutare il mondo della formazione a dialogare con quello produttivo.
Nella mia Lombardia c’è più formazione, produzione, digitalizzazione, meno burocrazia, digitalizzazione.
Come sarà il rapporto, a livello regionale, con L'Europa nei prossimi anni?
La Lombardia vuole e merita di essere il motore dell’Italia e una forza pulsante dell’Europa. Contare ed essere capofila dello sviluppo e della crescita per agire sul Pil, per promuovere la ricerca, per creare nuovi posti di lavoro e per portare risorse economiche dall’estero. In questi anni ha perso competitività ma con azioni puntuali può e deve tronare a essere il motore dell’Europa.
Marco Sutter