News | 30 dicembre 2025, 08:40

Schifani : "Sicilia in crescita, il Pil primo in Italia. Ora puntiamo su rifiuti e acqua"

Il presidente della Regione traccia il bilancio di tre anni di governo: conti risanati, deficit azzerato e avanzo di 2 miliardi. L’unica amarezza, lo stralcio del fondo da 10 milioni per le esportazioni. Imminenti le gare per i termovalorizzatori.

Schifani : "Sicilia in crescita, il Pil primo in Italia. Ora puntiamo su rifiuti e acqua"

Palermo – Un bilancio di tre anni a luci ed ombre, ma con una convinzione netta: «La Sicilia cresce e riduce il divario con il Nord». Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha incontrato i giornalisti a Palazzo d’Orleans per il consueto scambio di auguri di fine anno, trasformando l’appuntamento in un punto dettagliato sull’azione di governo. Tra i dati economici positivi e le “eredità” problematiche sui fronti rifiuti e acqua, il governatore ha delineato una regione in movimento, prima in Italia per crescita del Pil, ma con nodi infrastrutturali cruciali da sciogliere.

Il racconto parte dai conti. Schifani ha presentato numeri che definisce «molto incoraggianti», certificati da società di rating e istituti di ricerca: il deficit regionale è stato azzerato e si è formato un avanzo di oltre 2 miliardi di euro; le entrate tributarie sono cresciute di 3 miliardi in tre anni (da 12 a 15 miliardi); l’occupazione è aumentata del 10%, mentre la cassa integrazione è calata dai 13 milioni del 2022 ai 7 milioni del 2024. «Abbiamo ereditato un trend positivo dal governo Musumeci e lo abbiamo portato avanti con una politica liberale», ha riconosciuto il presidente, attribuendo un ruolo centrale alla finanziaria regionale Irfis, che ha investito oltre mezzo miliardo di euro per sostenere famiglie e imprese.

Non tutto, però, è filato liscio in questi mesi. Schifani ha espresso «amarezza» per lo stralcio, durante l’esame della Finanziaria regionale all’Ars, dell’articolo 31. Quel provvedimento prevedeva 10 milioni di euro a fondo perduto per aiutare le imprese siciliane a contrastare l’aumento dei dazi americani, sostenendo i costi di esportazione. «Non ne comprendo la logica», ha commentato, sottolineando però la volontà di «spingere ulteriormente» la crescita economica avviata.

L’attenzione si è poi spostata sui due dossier più caldi: l’emergenza rifiuti e la crisi idrica. Per la prima, Schifani ha annunciato che il piano regionale, prima assente, è ora predisposto. L’iter per la realizzazione dei due termovalorizzatori a Palermo e Catania è partito, con Invitalia incaricata di bandire le gare per garantire trasparenza. A febbraio sono attesi i progetti definitivi. «Infrastrutture che miglioreranno la qualità della vita, garantendo più igiene, meno discariche e meno spazio alla criminalità organizzata», ha affermato. Sul fronte idrico, il governo regionale sta lavorando per aumentare la disponibilità d’acqua in rete di «migliaia di litri al secondo», puntando a completare il modello di emergenza entro due anni. Tra le soluzioni, anche l’installazione di dissalatori, pronti in tre Comuni e progettati per Palermo, e una gestione più oculata della risorsa.

Schifani ha poi toccato il tema sicurezza, ricordando che a settembre il ministro dell’Interno Piantedosi inaugurerà la nuova Control room regionale per il contrasto alla criminalità e la prevenzione degli incendi boschivi via satellite. Sono stati stanziati, inoltre, 15 milioni di euro per i Comuni per nuovi sistemi di videosorveglianza, con risorse pronte ad essere incrementate.

In chiusura, un accenno alla sanità e al nuovo meccanismo di nomina dei manager voluto dalla Regione. Secondo Schifani, il vecchio sistema, in cui «la politica ha invaso la gestione», non ha funzionato, riducendo la qualità del servizio e aggravando le liste d’attesa. Per questo è stata istituita una commissione esterna che indicherà una terna di nomi di alta professionalità, tra cui scegliere i direttori generali. «Un meccanismo che limiterà al minimo l’ingerenza della politica», ha assicurato, concludendo un bilancio che guarda ai risultati economici come a una base per affrontare le sfide strutturali ancora aperte.

Redazione