La Commissione Europea ha dato il suo via libera a un importante schema di aiuti di Stato italiani del valore di 1,5 miliardi di euro. Questi fondi sono destinati a sostenere investimenti cruciali per aumentare la produzione di tecnologie pulite green tech in Italia. L’obiettivo cardine risulta l’allineamento dell’industria italiana con il Clean Industrial Deal, un'iniziativa fondamentale per accelerare la transizione italiana verso un'economia a zero emissioni nette. Sebbene il Green Deal e con la direttiva Omnibus I le priorità e i rispetti degli obblighi ambientali siano stati rivisti per dimensione aziendale e fatturati, questa Commissione Europea mette sempre al centro dei propri obiettivi il tema ambientale e di innovazione. L’estrema restrittiva normativa ambientale però, non concede all’Unione Europea e gli stati membri di essere innovati per rimanere competitivi, quindi una maggiore cooperazione in materia deve anche concedere ai fondi elargiti di essere utilizzati concretamente e intelligentemente.
L'autorizzazione è stata formalizzata il 25 giugno 2025 nell'ambito del quadro di aiuti di Stato (CISAF) della Commissione. Il meccanismo di finanziamento sarà un regime sarà co-finanziato utilizzando le risorse del Fondo per la ripresa e la resilienza (RRF). Questa procedura garantisce che, anche se si tratta di aiuti di Stato, le normative europee siano rispettate. La Commissione ha inoltre verificato che l'uso dei fondi RRF non crei squilibri nel mercato unico e non ostacoli gli investimenti privati, garantendo la parità di condizioni per le imprese.
Gli obiettivi del piano
I 1,5 miliardi di euro sono indirizzati a finanziare investimenti che realizzino nuove capacità produttive e tecnologie. Nello specifico, l'obiettivo è produrre le cosiddette tecnologie net-zero e i loro componenti fondamentali, come elencati nell’Allegato II del CISAF. Questi aiuti, aperti alle imprese su tutto il territorio italiano, potranno essere erogati sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto, prestiti agevolati o una combinazione dei due. La misura rimarrà attiva fino al 31 dicembre 2030. Essa necessaria al fine di aumentare l’indice tecnologico del continente, maggiormente formato per il 98% da Pmi con scarso indice di digitalizzazione, come confermato da Eurostat nel 2021.
L'analisi della Commissione ha confermato che questo piano non è solo necessario, ma anche proporzionato per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di transizione ecologica. Il supporto è stato approvato perché stimola attivamente la produzione di tecnologie pulite.
L'Impatto per le Aziende
Il CISAF rappresenta un quadro strategico che facilita l'attuazione di diverse misure per la transizione verde fino al 2030. Tra le possibilità offerte dal CISAF, che supportano gli Stati membri, si trovano tra l'accelerazione dell'uso di energie rinnovabili e combustibili a basse emissioni di carbonio, la riduzione temporanea dei costi energetici per le industrie energivore per evitare la delocalizzazione la cosiddetta carbon leakage, e il sostegno alla decarbonizzazione dei processi industriali tramite l'elettrificazione o l'uso di idrogeno rinnovabile.
Il regime italiano è incentrato sulla garanzia di una sufficiente capacità produttiva di tecnologie pulite coperte dal Net Zero Industry Act. Tali tecnologie chiave includono batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e i sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio CCS. Il piano copre anche la produzione e il riciclaggio delle relative materie prime critiche. Il sostegno a questi investimenti vitali non solo è destinato ad aumentare la capacità produttiva nazionale, ma aiuta anche a ridurre i rischi degli investimenti privati contribuendo alla realizzazione degli obiettivi del Clean Industrial Deal e al successo della transizione ecologica e competitiva per le imprese italiane.


Patrick Chiavuzzo



