Matera torna al centro della scena culturale italiana ed euromediterranea con una nuova sfida: diventare Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026. Un percorso che, secondo l’assessore regionale Cosimo Latronico, non ha nulla di meramente simbolico o celebrativo, ma rappresenta un progetto politico e culturale profondamente radicato nella storia e nella vocazione stessa della città.
Le parole pronunciate dal ministro Giuli – che ha ribadito la funzione di Matera come spazio di incontro fra popoli, idee e tradizioni – hanno offerto l’occasione per rilanciare una visione in cui la città lucana torna protagonista come snodo strategico fra Nord e Sud del Mediterraneo. Una funzione che, ricorda Latronico, non nasce oggi ma affonda nelle radici più antiche del territorio: «Matera è da sempre luogo di dialogo, crocevia naturale di culture, spiritualità e relazioni. Il suo modo di stare al mondo racconta un’identità fatta di apertura e connessione».
Un’identità che si intreccia anche con la memoria della Terra d’Otranto, storicamente ponte tra le civiltà dell’area mediterranea, capace di alimentare scambi linguistici, artistici e commerciali. In questa lunga traiettoria storica, la città dei Sassi si colloca come erede e interprete contemporanea di uno spirito di cooperazione che oggi, più che mai, assume un valore geopolitico e culturale.
Il programma verso il 2026, sottolinea l’assessore, mira infatti a costruire un ecosistema culturale aperto e duraturo. Cooperazione, creatività e mobilità culturale sono i pilastri su cui si fonda l’iniziativa: uno spazio di innovazione e progettazione condivisa che punta a creare nuove opportunità non soltanto per Matera, ma per tutta la Basilicata e per le comunità che gravitano nell’area mediterranea. L’obiettivo non è soltanto valorizzare il patrimonio storico e artistico, ma attivare processi che coinvolgano giovani, professionisti, istituzioni e partner internazionali in progetti comuni.
La Regione Basilicata, assicura Latronico, lavorerà in sinergia con il Governo nazionale, le istituzioni europee e le realtà locali affinché questo percorso diventi un modello replicabile: un Mediterraneo che cresce non attraverso contrapposizioni, ma grazie al dialogo, allo scambio e alla diplomazia culturale. Matera, forte della sua capacità di rigenerarsi e reinventarsi, può diventare il cuore pulsante di questa nuova stagione.
Il 2026, dunque, non rappresenta solo un traguardo, ma un punto di partenza. Se l’esperienza di Capitale Europea della Cultura 2019 ha mostrato la forza trasformativa della città, il nuovo progetto mira a consolidare quella spinta e a proiettarla oltre i confini regionali e nazionali. Matera ha davanti a sé un’opportunità storica: trasformarsi in un laboratorio internazionale di relazioni culturali, in cui il Mediterraneo non sia più percepito come linea di separazione, ma come un mare che unisce.


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