News | 29 settembre 2025, 14:27

Dazi Usa, le piccole imprese temono un calo fino al 30% del fatturato

Un’indagine dell’Osservatorio Evolution Forum rivela la forte preoccupazione degli imprenditori: molte PMI pensano a nuovi mercati alternativi e a strategie di nicchia

Dazi Usa, le piccole imprese temono un calo fino al 30% del fatturato

Gli effetti concreti dei dazi americani sui prodotti italiani si vedranno solo più avanti, probabilmente a metà autunno, ma le piccole e medie imprese hanno già fatto i conti con scenari poco incoraggianti. Secondo un’indagine dell’Osservatorio Evolution Forum Business School, guidato dal formatore Gianluca Spadoni su un campione di oltre 1.200 micro e piccole aziende, il 57% degli imprenditori prevede una riduzione media del fatturato intorno al 15%. Un altro 20% teme una contrazione ben più grave, fino al 30%, mentre solo l’1% immagina un crollo addirittura del 50%.

Non mancano però imprese che non intravedono conseguenze dirette: il 22% dichiara di non temere ricadute immediate, soprattutto perché non opera con l’export verso gli Stati Uniti. Tuttavia, per la maggioranza, i dazi doganali rappresentano un ostacolo che innalza i costi, riduce la competitività e rischia di compromettere la tenuta dei conti.

Le criticità variano in base al settore di riferimento (36%), al valore del prodotto (28%) e alla capacità di trasferire i costi sui prezzi finali (25%). A complicare il quadro c’è anche la svalutazione del dollaro, che per il 19% delle imprese aggrava la perdita di competitività del Made in Italy oltreoceano.

Di fronte a questa situazione, molti imprenditori ragionano su nuove strategie: il 37% pensa sia urgente orientarsi verso mercati alternativi, il 28% ritiene necessario assorbire parte dei costi senza scaricarli interamente sui clienti e il 19% vede nei prodotti di nicchia e ad alto valore aggiunto una strada più sicura per resistere.

Il livello di preoccupazione resta alto: il 43% delle PMI che esportano teme seriamente di non reggere l’impatto dei dazi, mentre le multinazionali e le grandi catene europee, secondo il 34% degli intervistati, hanno strumenti e risorse per difendersi meglio.

«Le PMI ci dicono che il problema dazi colpisce soprattutto chi esporta negli Stati Uniti. Non bisogna farsi prendere dal panico, ma serve cambiare strategia e trovare nuovi sbocchi commerciali», commenta Gianluca Spadoni. «In questo processo anche lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità, perché le piccole imprese rappresentano il vero tessuto produttivo italiano e sono le più esposte. Non possiamo rimanere a guardare, serve ascoltare e agire».

Per Spadoni la chiave è tutta nella formazione: «Viviamo in uno scenario di regole che cambiano continuamente. L’unica certezza per chi fa impresa oggi è investire su sé stesso, sulle competenze e sulla capacità di gestire le proprie emozioni. Sono questi gli elementi che fanno davvero la differenza per la sopravvivenza delle aziende».

Redazione