News | 22 agosto 2025, 09:00

Proroghe fiscali: il fascino di rimandare (legalmente)

Quando lo 0,40% diventa il prezzo della procrastinazione

Proroghe fiscali: il fascino di rimandare (legalmente)

Pagare le tasse non piace a nessuno, eppure ogni anno professionisti e partite IVA si trovano puntualmente a fare i conti con scadenze che sembrano arrivare sempre troppo in fretta. 
È in questo contesto che la parola “proroga” assume quasi un’aura salvifica: un rinvio ufficiale, stabilito dallo Stato, che concede più tempo senza rischiare sanzioni. Non un trucco, non un favore personale, ma un meccanismo previsto dal legislatore per adattare il calendario fiscale alle esigenze reali diimprese e lavoratori autonomi.
In pratica, la proroga è uno slittamento delle scadenze fiscali: imposte, contributi e IVA possono essere pagati più tardi, entro una nuova data fissata per legge. 
A volte il rinvio è gratuito, altre volte comporta una piccola maggiorazione – lo 0,40% – che diventa, di fatto, il prezzo della procrastinazione. Una cifra minima, ma simbolica: rimandare si può, purché ci si ricordi che il conto, prima o poi, va saldato.
La domanda che molti si pongono è: vale la pena approfittarne? La risposta, come spesso accade in materia fiscale, non è unica. 
Chi si trova in difficoltà di liquidità trae indubbiamente vantaggio da un calendario più elastico: spostare un pagamento può significare respirare, garantire la continuità delle spese correnti, pianificare con maggiore serenità. In un momento storico in cui inflazione e costi energetici pesano sulle casse di piccole attività e professionisti, ogni settimana in più può fare la differenza.
Diverso è il discorso per chi ha disponibilità economiche. In questo caso, la proroga rischia di trasformarsi in una tentazione poco utile: il pagamento rinviato non solo resta lì a incombere, ma può comportare interessi e piccole maggiorazioni. Meglio allora saldare subito, togliersi il pensiero e affrontare i mesi successivi senza ulteriori zavorre.
C’è anche un aspetto meno evidente, ma altrettanto importante: il fattore psicologico. 
Per molti titolari di partita IVA, sapere di avere ancora tempo riduce l’ansia da scadenza e alleggerisce il peso di un fisco percepito come pressante. 
Allo stesso tempo, però, c’è il rischio di rimandare troppo e di accumulare nuove scadenze, ritrovandosi in autunno con una montagna di imposte tutte insieme. In questo senso, la proroga è un’arma a doppio taglio: un sollievo oggi, una potenziale trappola domani.
La proroga non è un regalo, né un condono: è uno strumento di gestione. 
Spetta al contribuente usarla con intelligenza, valutando la propria situazione finanziaria e scegliendo se approfittarne o meno. In fondo, rimandare può essere una strategia, ma non deve mai diventare un’abitudine. Perché se è vero che la procrastinazione a volte aiuta a respirare, è altrettanto vero che prima o poi arriva il momento di fare i conti. 
In conclusione, la proroga dei pagamenti fiscali resta un’utile valvola di sfogo per chi deve fare i conti con bilanci fragili o imprevisti di cassa. 
Ma chi ha la possibilità di rispettare le scadenze senza sforzi farebbe meglio a farlo: meno interessi, meno pensieri e, soprattutto, meno ansia. Perché, come in molte cose della vita, affrontare subito ciò che pesa è spesso il modo migliore per liberarsene


 

Stefano Farinetti