News | 06 giugno 2025, 09:00

Moda e Partita IVA: quando lo stile incontra l’impresa

Dietro le quinte dello stile: storie, sfide e strategie di chi fa impresa nella moda con Partita IVA.

Moda e Partita IVA: quando lo stile incontra l’impresa

Dietro ogni sfilata scintillante, ogni abito fotografato su una passerella o condiviso su Instagram, c’è un universo fatto di Partite IVA. Stilisti, modellisti, sarte, fotografi, stylist, consulenti d’immagine, social media manager: la moda non è solo creatività, ma anche un sistema imprenditoriale fatto di freelance e professionisti autonomi.
Avere una Partita IVA nel mondo della moda significa trasformare la passione in mestiere, con tutte le responsabilità che comporta: gestione fiscale, posizionamento sul mercato, fatturazione elettronica, branding personale. È la scelta di chi decide di non essere solo un ingranaggio, ma un motore creativo e indipendente.
La moda italiana, riconosciuta nel mondo, è trainata anche da queste figure spesso invisibili ma fondamentali, che lavorano dietro le quinte con determinazione. L’atelier artigianale che si reinventa sui social, il giovane stilista che investe in una capsule collection, il consulente d’immagine che costruisce la reputazione di un brand… tutti esempi di Partite IVA che contribuiscono al valore del Made in Italy.
Ma oltre la passione c’è la realtà quotidiana fatta di scelte pratiche e pianificazione. Aprire una Partita IVA significa decidere un codice ATECO, valutare se rientrare nel regime forfettario, affidarsi a un buon commercialista. Serve una strategia, non solo creativa ma anche fiscale. E soprattutto, serve consapevolezza: la moda è un mercato esigente, che richiede aggiornamento continuo, presenza online, capacità di networking.
Eppure, chi lavora nella moda con una Partita IVA affronta sfide quotidiane: precarietà dei compensi, pagamenti in ritardo, burocrazia e mancato riconoscimento del lavoro creativo. Il confine tra collaborazione e sfruttamento è sottile, e spesso il valore del lavoro intellettuale viene sottostimato. È fondamentale, oggi più che mai, fare rete, informarsi, tutelarsi. Esistono associazioni, consulenti dedicati, piattaforme digitali per gestire contratti e compensi: strumenti indispensabili per chi vuole restare indipendente senza rinunciare alla sicurezza.
Il settore moda è cambiato: non basta più avere talento, bisogna anche sapersi raccontare, vendere, proteggere. I nuovi professionisti sono multitasking, creativi e imprenditori di se stessi. L’identità di brand personale vale quanto un portfolio ben curato, e saper negoziare è importante quanto saper cucire un abito perfetto.
La moda non è solo ciò che si vede. È anche tutto quello che lavora nell’ombra, con dedizione e spirito imprenditoriale.
Perché essere alla moda, oggi, significa anche saper stare al passo con i tempi… fiscali.

Stefano Farinetti