News | 27 maggio 2025, 09:00

Affrancamento delle riserve in sospensione d’imposta: la nuova opportunità fiscale del 2025

Una misura temporanea consente alle imprese di rendere distribuibili le riserve fiscali latenti con un’imposta sostitutiva agevolata: vantaggi, ambiti di applicazione e strategie operative

Affrancamento delle riserve in sospensione d’imposta: la nuova opportunità fiscale del 2025

Nel contesto della pianificazione fiscale e patrimoniale delle imprese, il 2025 introduce una rilevante opportunità: l’affrancamento delle riserve in sospensione d’imposta a condizioni particolarmente favorevoli. Si tratta di un intervento previsto dall’art. 14 del D.Lgs. 192/2024, che consente di liberare dal vincolo fiscale determinate poste del patrimonio netto attraverso il pagamento di una imposta sostitutiva del 10%, sensibilmente più bassa rispetto alla tassazione ordinaria.

Ambito di applicazione

La misura riguarda saldi attivi di rivalutazione, fondi e riserve in sospensione d’imposta esistenti nel bilancio al 31 dicembre 2023 e ancora presenti al 31 dicembre 2024. L’affrancamento può essere esercitato anche in modo selettivo, riservandosi di intervenire solo su determinate riserve.

Tra i casi più comuni rientrano:

  • Riserve da rivalutazione fiscale di beni, come previsto dal DL 104/2020;
  • Riserve derivanti da operazioni straordinarie in regime di neutralità fiscale (fusioni, scissioni, conferimenti);
  • Riserve da condoni o sanatorie, ad esempio ex DL 185/2008.

Sono invece escluse le riserve formatesi a seguito di rivalutazioni solo civilistiche, ovvero non accompagnate dal pagamento dell’imposta sostitutiva per il riconoscimento fiscale dei maggiori valori.

Modalità di versamento
L’imposta sostitutiva si versa in quattro rate annuali di pari importo, con scadenza della prima rata entro il termine del saldo delle imposte sui redditi (30 giugno 2025 per i soggetti solari). Si tratta quindi di una misura strutturata anche per essere sostenibile dal punto di vista finanziario.

Vantaggi fiscali e strategici
I benefici dell’operazione sono molteplici:

  • Fiscali: l’imposizione sostitutiva del 10% consente di evitare l’IRES e l’IRAP ordinari (pari al 27,9%), con un evidente risparmio;
  • Contabili: la sostitutiva può essere imputata direttamente a patrimonio netto, senza impatto sul conto economico;
  • Strategici: la riserva affrancata diventa liberamente distribuibile, utile in presenza di politiche di dividendo o operazioni infragruppo.

Un esempio
Si consideri una riserva da rivalutazione di € 1.000.000. In caso di distribuzione senza affrancamento, la società sarebbe tenuta al versamento integrale delle imposte ordinarie. Affrancando la riserva con il pagamento di € 100.000, questa diventa invece completamente distribuibile, con un risparmio fiscale significativo.

Valutazioni operative
L’affrancamento si rivela particolarmente vantaggioso per le società di capitali operative, che distribuiscono utili a holding, o per gruppi societari con obiettivi di ottimizzazione fiscale. Inoltre, per le società di persone, le riserve affrancate non generano imposizione in capo ai soci, rendendo l’operazione ancora più interessante.
Al contrario, per imprese a conduzione familiare con strategie di ritenzione degli utili, l’affrancamento potrebbe risultare meno urgente o conveniente.

Conclusione
Il nuovo regime di affrancamento delle riserve in sospensione d’imposta rappresenta un’occasione concreta per ottimizzare la struttura patrimoniale e pianificare in modo efficiente la distribuzione di utili. La finestra temporale è limitata e le condizioni sono particolarmente favorevoli: è il momento per le imprese di fare una ricognizione puntuale del proprio patrimonio netto e valutare l’adesione a questo strumento.

Andrea Nano