1. La collaborazione e il contesto
Gli accordi siglati dall’Unione Europea e Giappone in data 22 dicembre 2025 sono il risultato di un lungo percorso diplomatico durato per oltre un ventennio. Il Giappone, oltre a essere una meta ambitissima per noi europei e fortemente sentita in occidente per la sua cultura dell’entertainment, rappresenta uno dei partner più strategici fondamentali. Dopo un susseguirsi di accordi bilaterali per l’innovazione e tecnologia il raggiungimento diplomatico di questo risultato, in funzione del programma Horizon Europe, rappresenta un traguardo fondamentale di condivisione e di innovazione strategica. L'adesione del Giappone è particolarmente significativa poiché il Paese vanta investimenti in Ricerca e Sviluppo pari al 3,4% del proprio PIL, una cifra che in valore percentuale eguaglia gli Stati Uniti e supera la media dell'Unione che si presenta per alcuni paesi ben al di sotto. In un momento di incertezza geopolitica, dove la scienza viene utilizzata per costruire ponti diplomatici, l'UE si afferma come leader globale della cooperazione tecnologica, attirando partner che cercano stabilità e standard etici elevati nella ricerca. Nonostante la firma ufficiale sia prevista per il 2026, l'intesa è già operativa grazie a disposizioni transitorie che permettono un'integrazione immediata dei ricercatori nipponici nell'ecosistema europeo.
2. Obiettivi dell’accordo e fondi
L'integrazione del Giappone riguarda specificamente il secondo core di Horizon Europe, ovvero il programma di innovazione e di investimenti dell’Unione che dispone di un bilancio complessivo di ben 93,5 miliardi di euro. Questo è il cuore pulsante della ricerca collaborativa multinazionale ed è progettato per affrontare le sfide sociali più urgenti del nostro tempo attraverso l'interazione tra accademia e industria. Gli obiettivi strategici dell'accordo si concentrano su aree di innovazione core del 21 esimo secolo come: la transizione digitale ed energetica (reduci dal protocollo di Kyoto e accordi di Parigi) , lo sviluppo di un'energia climaticamente neutra zero carbon. I progetti finanziati mirano a creare soluzioni innovative per la decarbonizzazione la resilienza delle industrie, settori in cui il Giappone eccelle a livello mondiale. L'accordo trasforma Tokyo nel più grande partner extra-europeo mai associato al programma per volume e capacità scientifica. Le risorse finanziarie messe in campo permetteranno di sostenere consorzi di vasta scala, dove la massa critica di investimenti dell'UE si sommerà alla capacità di spesa e di innovazione giapponese. Sebbene in passato le organizzazioni giapponesi avessero già partecipato a Horizon Europe, il nuovo status di Paese associato cambia radicalmente la gestione dei flussi finanziari. Gli enti giapponesi saranno ora considerati soggetti idonei a pieno titolo, potendo attingere direttamente alle sovvenzioni europee e gestendo i budget su un piano di parità con gli Stati membri dell'UE, superando le limitazioni che in precedenza costringevano il governo giapponese a farsi carico della quasi totalità delle spese dei propri ricercatori.
3. Le opportunità dei progetti
L’accordo ottenuto rappresenta una collaborazione stretta con un partner ideale e che rispetta pienamente i valori etici e di mercato dell’Unione. L’Unione avvicinandosi all’isola nel Pacifico dimostra che una visione di mondo, innovazione strategica e tecnologica può essere condivisa anche stanziando fondi per la crescita comune. I ricercatori nipponici, inoltre, potranno guidare e innovare portando la loro visione nei progetti europei, ricordando che il Giappone è casa di colossi come Sony leader nel mercato tech. L'accordo rappresenta la forma di collaborazione più stretta mai offerta dall'Unione Europea a un partner globale. Grazie alle disposizioni transitorie già in vigore, le università e le aziende giapponesi possono presentare domanda per gli inviti a presentare proposte a partire dai bandi di gennaio 2026, venendo trattate come entità di uno Stato membro. L'associazione garantisce inoltre un accesso privilegiato allo scambio di talenti e alla condivisione di infrastrutture di ricerca all'avanguardia. Per le aziende, l'opportunità risiede nella partecipazione a grandi programmi di innovazione che integrano l'intero ciclo del valore, dalla ricerca di base all'applicazione industriale. In sintesi, l'accordo non solo elimina le barriere burocratiche e finanziarie, ma crea un mercato comune della conoscenza tra Europa e Giappone, favorendo la nascita di brevetti congiunti e soluzioni tecnologiche in grado di competere sui mercati globali, consolidando una visione comune di progresso scientifico basata sull'eccellenza e sulla reciprocità.


Patrick Chiavuzzo



