News - 18 dicembre 2025, 09:00

Italia, Pasta e PMI: export tra opportunità e pressioni economiche


L’economia italiana delle piccole e medie imprese trova nel settore della pasta un bacino di crescita internazionale, ma resta sotto la lente per costi, competitività e dinamiche fiscali.

Italia, Pasta e PMI: export tra opportunità e pressioni economiche

In un quadro macroeconomico dove le imprese italiane e in particolare le partite IVA continuano a giocare un ruolo cruciale nella tenuta del tessuto produttivo nazionale, i dati 2024-2025 sul settore della pasta tracciano un bilancio che lega tradizione alimentare e performance economica. L’Italia si conferma primo produttore europeo di pasta con oltre 4 milioni di tonnellate e una quota significativa dell’export mondiale, contribuendo in modo rilevante al Made in Italy agroalimentare e offrendo opportunità e sfide per le PMI e gli autonomi coinvolti nelle filiere collegate.

Il ruolo delle PMI nella filiera e l’export agroalimentare
Le piccole e medie imprese italiane costituiscono l’ossatura del settore agroalimentare, dove la pasta si pone come uno dei segmenti più dinamici. Nel 2024, la produzione nazionale di pasta ha raggiunto livelli da record, con una quota export che supera la metà degli approvvigionamenti prodotti, contribuendo a un incremento del valore delle esportazioni italiane di prodotti alimentari anche grazie a mercati stabili in Germania, Stati Uniti e Regno Unito. I dati complessivi dell’export agroalimentare italiano toccano valori senza precedenti, con oltre 70 miliardi di euro tra prodotti alimentari e bevande, riflettendo la capacità delle imprese italiane di penetrare mercati esteri pur in presenza di pressioni commerciali internazionali e barriere tariffarie. Per molte PMI e lavoratori autonomi del comparto, soprattutto produttori, trasformatori e servizi collegati, l’internazionalizzazione rappresenta un’opportunità di crescita e occupazione.

Sfide fiscali e strutturali per le partite IVA e le microimprese
Nonostante il contributo positivo al commercio estero, molte partite IVA e microimprese italiane affrontano un contesto interno complesso. La pressione fiscale effettiva sulle imprese rimane elevata, con effetti sulla competitività e sulla capacità di investimento, mentre la burocrazia e l’accesso al credito sono ancora ostacoli segnalati frequentemente dagli operatori economici. Queste dinamiche strutturali influenzano la sopravvivenza delle nuove imprese: dati recenti indicano che oltre il 70% delle aziende non supera il quinto anno di attività, un segnale delle difficoltà che le micro e piccole imprese incontrano nel consolidarsi e digitalizzarsi. In questo contesto, le normative fiscali e di compliance per le partite IVA, comprese le regole sull’IVA e i regimi agevolati per le PMI, giocano un ruolo chiave nel modellare la competitività delle imprese italiane, compresi gli operatori del settore pasta e agroalimentare.

Mario Gentile

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