News - 03 dicembre 2025, 20:03

Fine di un’era per Beko a Siena: la fabbrica chiude, ora la Regione cerca nuovi investitori

Giani: “Serve un gioco di squadra per ridare futuro a un sito strategico”

Fine di un’era per Beko a Siena: la fabbrica chiude, ora la Regione cerca nuovi investitori

Siena — Si chiude oggi un capitolo lungo decenni per l’industria senese: con lo stop definitiva alle attività produttive nello stabilimento di viale Toselli, l’ultimo giorno di fabbrica sancisce la fine dell’era Beko a Siena. Subito dopo la cessazione dell’attività, via libera alla fase di reindustrializzazione del sito, acquistato da Invitalia, e all’attuazione degli accordi siglati al tavolo del MIMIT per proteggere i lavoratori e garantire un futuro produttivo. 

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, presente oggi a Siena, ha richiamato l’importanza strategica del sito, definendolo «lo stabilimento simbolo» della manifattura regionale. Un “contenitore” che ora — grazie all’intervento pubblico — può rappresentare un’opportunità: «Dobbiamo puntare su imprenditorialità sana, su produzioni con mercato, su investimenti che diano prospettiva» ha dichiarato, lanciando un appello unanime alle istituzioni, al mondo produttivo e agli investitori interessati. 

Il piano messo in campo prevede che lo stabilimento, da tempo in crisi, venga rilanciato tramite una newco a capitale misto pubblico‑privato — compartecipata da Invitalia e dal Comune di Siena — che nei prossimi mesi dovrà presentare progetti industriali credibili. Il Comune, per voce della sindaca Nicoletta Fabio, si è impegnato a mettere a disposizione risorse per il 20% del capitale, con l’obiettivo di garantire che l’area resti un polo produttivo e non diventi una zona abbandonata. 

Sul fronte occupazionale, l’accordo prevede la copertura con ammortizzatori sociali per 24 mesi, uscita volontaria incentivata per una parte del personale, e servizi di out‑placement e formazione per chi rimarrà nel perimetro della nuova società. L’intento dichiarato dalle istituzioni è quello di non lasciare “indietro nessuno”, favorendo la riconversione professionale e il reimpiego. 

Resta però una scadenza importante: i due anni concessi dall’accordo costituiscono un limite temporale per trovare un nuovo soggetto industriale. Secondo il consigliere speciale della Regione per crisi aziendali, il tempo per agire è “denso”: serve rapidità nello scouting di potenziali investitori, verifica di piani industriali e una strategia strutturata per rilanciare il sito. 

Dal punto di vista operativo, la nuova società — che dovrebbe chiamarsi Sviluppo Industriale Siena Srl — avrà il compito di bonificare l’area, adeguare gli spazi e renderli pronti per nuove produzioni. L’obiettivo dichiarato dalle istituzioni è riattivare l’industria all’interno di un perimetro competitivo e sostenibile, allo scopo di generare nuova occupazione e rigenerare un tessuto economico profondamente segnato dalla crisi del comparto elettrodomestici. 

Per la città di Siena, la chiusura della Beko rappresenta la fine di un’epoca, ma anche — potenzialmente — l’inizio di una nuova fase. Il sito, con la sua posizione logistica favorevole e un patrimonio immobiliare da ristrutturare, può diventare una piattaforma per nuove attività, in settori diversi ma con forma produttiva solida. "Abbiamo a disposizione uno stabilimento pubblico, senza più il peso dell’affitto, con infrastrutture e accesso logistico facile: su questo dobbiamo puntare", ha commentato Giani. 

Nei prossimi mesi la vera sfida sarà tradurre la retorica del rilancio in investimenti reali. La nascita della newco, la bonifica dell’area, la selezione di investitori seri e la definizione di un piano industriale credibile saranno passaggi chiave. E il tempo — anche per via degli ammortizzatori sociali — non è infinito.

L’esito della vicenda potrà segnare non solo il destino di 170‑200 lavoratori che, dopo le uscite incentivate e la cessazione dell’attività, restano in attesa di una nuova occupazione; ma anche il futuro industriale di Siena e del suo territorio, già profondamente segnato dalla deindustrializzazione.

Con la fine della produzione di Beko si chiude un pezzo di storia manifatturiera toscana. Ma con l’impegno delle istituzioni — e con un gioco di squadra — si apre la possibilità di costruire una nuova pagina, fatta di reindustrializzazione, rigenerazione urbana e lavoro. Una sfida impegnativa, ma che Siena sembra determinata a raccogliere.

Redazione

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