Cagliari — Con un provvedimento approvato dalla Giunta regionale, la Sardegna compie oggi un passo fondamentale per l’implementazione della riforma nazionale della sanità territoriale, ridefinita dal DM 77/2022. L’atto prevede l’avvio di percorsi formativi per la nuova figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFoC) e per il personale sanitario impegnato nei servizi sul territorio, con l’obiettivo di rafforzare competenze cliniche, digitali e organizzative in una sanità di prossimità.
Secondo l’assessore regionale alla Sanità, la formazione è imprescindibile: «La riforma non può funzionare senza professionisti adeguatamente preparati», ha dichiarato, spiegando che gli IFoC rappresenteranno uno dei pilastri del nuovo sistema sardo di cure territoriali.
Il piano formativo — elaborato dalla Cabina di regia regionale, che coinvolge ARES, Asl capofila e le università dell’isola — coprirà diverse aree di competenza. Prevede moduli teorici sul ruolo e le responsabilità dell’IFoC, con particolare attenzione a educazione sanitaria, gestione delle cronicità e integrazione con medici di medicina generale, pediatria e servizi sociali. Vi sono poi moduli dedicati a case management, visite domiciliari e supporto all’autogestione della malattia, oltre a formazione sull’uso di strumenti digitali e di telemedicina. A completare il percorso ci sarà un tirocinio di 100 ore presso strutture come Case della Comunità, Ospedali di Comunità e servizi di assistenza domiciliare, e un project work finale in cui i partecipanti dovranno progettare interventi reali per la presa in carico della cronicità. Parallelamente, sono stati definiti i contenuti formativi anche per il personale già operativo sui territori, per garantire omogeneità e qualità dell’assistenza in tutta la regione.
Per supportare concretamente il progetto, la Regione ha stanziato oltre un milione di euro, destinati alle università di Cagliari e Sassari per istituzione di master di primo livello rivolti agli IFoC.
Questo intervento si inserisce nella cornice più ampia della riorganizzazione dell’assistenza territoriale definita dal DM 77/2022: il decreto prevede la diffusione capillare sul territorio nazionale di strutture quali le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, nonché l’istituzione di équipe multiprofessionali in grado di offrire assistenza sanitaria e sociale integrata, con un infermiere IFoC ogni circa 3.000 abitanti.
In Sardegna, le premesse per un modello di sanità più vicino, capillare e integrato stanno prendendo forma: formazione, digitalizzazione, presa in carico continua, collaborazione tra servizi sanitari e sociali costituiscono i pilastri su cui si fonda la trasformazione. Gareggia con la sfida di assicurare coerenza e copertura territoriale, soprattutto nelle zone interne o meno servite, un compito che richiederà coordinamento, risorse e tempo.
La riforma provinciale non guarda solo all’emergenza, ma a una sanità di comunità moderna, preventiva, integrata e sostenibile: con professionisti formati e strutture adeguate, la Sardegna prova a tracciare la strada verso un’assistenza territoriale più vicina ai bisogni dei cittadini.




