Palermo — Un incontro interlocutorio ma carico di promesse quello tenutosi oggi a Palazzo d’Orléans tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e le organizzazioni sindacali della funzione pubblica. Al centro del confronto — la prospettiva di un nuovo Contratto collettivo regionale di lavoro (CCRL) per il triennio 2025–2027, con uno stanziamento di 35 milioni di euro già previsto nella manovra finanziaria di prossima approvazione.
Secondo Schifani, la Regione oggi si trova in una situazione economica favorevole: il bilancio è in attivo e le entrate registrano un incremento costante. Questo momento, ha sottolineato, va valorizzato trasformando le risorse in strumenti di crescita e sviluppo. In particolare, il presidente ha richiamato l’importanza del personale regionale — definito “fondamentale” — per assicurare un’amministrazione efficiente, reattiva e capace di affrontare le sfide future.
Il rinnovo contrattuale promesso rappresenterebbe un ritorno alla normalità dopo decenni di blocco — e arriverebbe a stretto giro da due recenti rinnovi in poco più di un anno per il comparto. Un segnale chiaro di attenzione nei confronti dei dipendenti pubblici, con l’obiettivo dichiarato di colmare il divario retributivo rispetto ai livelli nazionali e riconoscere il ruolo strategico della pubblica amministrazione siciliana.
All'incontro erano presenti anche vari rappresentanti della struttura regionale: il capo di gabinetto del Presidente, il capo di gabinetto dell’assessorato della Funzione pubblica e la dirigente generale del dipartimento competente.
Oltre al contratto del comparto, la Presidenza della Regione si è impegnata a sollecitare la Aran Sicilia per avviare rapidamente anche il confronto sul rinnovo del contratto dei dirigenti regionali, fermo dal 2019‑2021. Un passaggio fondamentale — secondo Schifani — per rendere la Regione un luogo di lavoro più attrattivo, capace di richiamare anche profili giovani.
I sindacati hanno accolto con cauta soddisfazione l’annuncio. Alcune sigle, infatti, si dicono favorevoli allo stanziamento, ma al tempo stesso sollevano la questione dei tempi: chiedono che l’impegno si traduca rapidamente in fatti concreti, cioè l’avvio delle trattative e la firma del nuovo contratto.
Nell’arco di pochi mesi, la Regione Siciliana ha così mosso due passi importanti: da un lato, un vasto piano di assunzioni per rafforzare l’organico e colmare il vuoto creato dagli anni di blocco e pensionamenti; dall’altro, la promessa di un rinnovo contrattuale che — se realizzato — potrebbe restituire dignità e competitività retributiva a migliaia di lavoratrici e lavoratori. Secondo Schifani, il lavoro in Regione deve tornare a essere “attrattivo”, in modo che anche i giovani guardino con interesse a una carriera nella pubblica amministrazione siciliana.
Resta da capire nei prossimi giorni come le parole dell’incontro si tradurranno in atti concreti. I sindacati mantengono alta l’attenzione sull’esito delle trattative con Aran: il vero banco di prova per valutare se questo annuncio rappresenterà davvero un cambiamento significativo per il comparto pubblico dell’Isola.




