News - 26 novembre 2025, 09:00

Energia ed imprese: la strategia inefficiente italiana

Il Report Confindustria, le bollette e il mix energetico, le richieste delle industrie

Energia ed imprese: la strategia inefficiente italiana

La posizione Aziendale Italiana

Il report di Confindustria del 24 novembre 2025 ha fatto emergere attraverso una rielaborazione dei dati di Eurostat, un costo di energia elettrico estremamente elevato nelle Imprese Italiane rispetto ai competitor Europei. In media possono essere misurati con un 30% in più in bolletta rispetto alla: Germania Francia Spagna, con riferimento al primo semestre del 2025. Il costo energetico alto delle imprese italiane, come sottolineato dal report, è circa di 278MhWconfrontati rispettivamente ai 242 della Germania, 183 della Francia, 171 della Spagna. Questo Gap rappresenta un insieme di fattori che incidono anche sulla scelta errata strategica del mix energetico italiano, basato principalmente per metà su combustibili fossili e la restate parte su energie rinnovabili. Questi fattori incidono soprattutto sulla macchina della produttività delle PMI e sui consumatori finali che pagano in bolletta l’errata visione strategica del paese, non capace di differenziarsi e senza una visione di integrazione di altre fonti come il Nucleare o poco investimento sull’Idrogeno.

Le bollette e il Mix Energetico
Le bollette italiane restano tra le più costose d’Europa. Le differenze principali derivano dal prezzo e l’approvvigionamento della materia prima con i costi di produzione e di distribuzione che gravano già su una competitività estremamente flebile. Le elaborazioni del 2025 permettono di far emergere, attraverso i dati di Eurostat e GME (Gestore dei Mercati energetici), la differenza strutturale che c’è tra l’Italia e gli altri importanti paesi europei. Utilizzando altri dati al consumo possiamo osservare come i costi di rete e dispacciamento siano molto più elevati. Secondo il report i consumi medi di una impresa che si attestano ai 3,7 GWh, in Italia hanno costi di circa 133.000 eurorispetto ai contro della Francia di 78.000 mila. Questo vuole indicare due fattori:

1)    Produrre in Italia per le imprese è costoso e faticoso, inoltre l’aumento di produzione marginale potrebbe non ripagare l’utilizzo degli impianti, mantenendo una produttività controllata e stagnante capace di non pagare i salari in modo adeguato e adeguarli all’inflazione.

2)    La differenziazione del mix energetico è una scelta politica e il costo dell’energia alto è la conseguenza di una visione non al passo con i tempi. I costi ricadono su imprese e consumatori finali

Una ulteriore problematica può risultare anche dalle direttive e le leggi ambientali Europee. Seppur perseguono uno scopo di preservazione del sistema climatico globale, la sostenibilità non deve essere solamente climatica, ma anche sociale ed economica. Inoltre, la Direttiva ETS, che crea un mercato del carbonio scambiabile tra le imprese, obbligandole a diminuire annualmente le loro emissioni in vista del Net zero 2050 risulta ancora più stringente gradualmente, sembrando di andare verso una decrescita continua di competitività italiana ed europea.

Le priorità richieste dalle Industrie
Il report sottolinea come per colmare il Gap siano necessarie delle azioni strategiche necessarie come dividere il prezzo elettrico rinnovabile da quello del gas, molto richiesto, con contratti a lungo termine, stabilizzando e permettendo alle imprese di avere prospettiva. Basare il mix energetico su rinnovabili e nucleare e sviluppare idrogeno, utilizzando una quota di gas costante ma bensì ridotta. Riduzione di oneri generali di sistema e i costi di rete, che rappresentano sempre più un ulteriore gravo sulle bollette finali.

In conclusione, la regolamentazione ferrea, il costo energetico elevato, il poco coordinamento tra settore pubblico e privato e la perdita del principale stakeholder fornitore di Gas Europeo, necessita una visione di approvvigionamento energetico che richiede interventi strutturali, energia a costi fissi che permettano alle imprese di produrre senza scostamenti e variazioni del prezzo energetico continuo.

Patrick Chiavuzzo

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