News - 12 novembre 2025, 12:00

Tour operator italiani, tra ripresa e innovazione!

Il mercato dei tour operator italiani registra una crescita costante dopo la crisi del 2020. Digitalizzazione, sostenibilità e destagionalizzazione sono le chiavi per affrontare le nuove sfide globali.

Tour operator italiani, tra ripresa e innovazione!

Bentornati con la nostra rubrica dedicata al turismo.
Oggi scopriremo la grande importanza del comparto dei tour operator italiani, protagonisti silenziosi ma fondamentali dell’industria turistica. Dalle prime organizzazioni di viaggi di gruppo fino alle moderne piattaforme digitali, il settore ha vissuto profonde trasformazioni, affrontando crisi globali e nuove sfide di mercato. Scopriremo come i grandi operatori si sono reinventati tra innovazione, sostenibilità e tecnologia, guidando la rinascita del turismo organizzato nel nostro Paese.
Il comparto del tour operating in Italia rappresenta una delle colonne portanti dell’industria turistica nazionale. È composto da decine di imprese specializzate nella creazione e vendita di pacchetti di viaggio, spesso in stretta collaborazione con le agenzie. L’ASTOI Confindustria Viaggi, associazione di categoria che riunisce oltre il 90% del mercato del tour operating italiano, conferma il peso strategico di questo settore nel panorama economico del Paese.
Già nel 2016 il mercato italiano dei tour operator valeva circa 13,2 miliardi di euro, pari a quasi il 10% del fatturato europeo del settore. Tra i protagonisti spiccano grandi nomi come Alpitour World, leader di mercato con un giro d’affari stimato tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro nel 2023, seguito da Veratour (circa 230 milioni) e Quality Group (circa 205 milioni). Numeri che dimostrano come non si tratti di un comparto marginale, ma di un pilastro economico della filiera turistica, capace di generare centinaia di milioni e, per i grandi player, miliardi di euro.
Fino al 2019 il turismo organizzato, ovvero quello intermediato da agenzie e tour operator, mostrava una sostanziale stabilità, con un fatturato complessivo di circa 13 miliardi di euro. Le offerte si erano progressivamente diversificate: i cataloghi includevano mete alternative, nuovi target e formule di viaggio più flessibili. Ma tutto è cambiato con la pandemia. 
Il 2020 ha rappresentato un punto di rottura, infatti il blocco dei viaggi, le restrizioni e l’incertezza globale hanno causato un tracollo del settore. Il caso emblematico è quello di Alpitour, che ha visto il proprio fatturato scendere da 1,99 miliardi nel 2019 a soli 598 milioni nel 2021. Un crollo che riflette la crisi profonda di un intero comparto, improvvisamente paralizzato.

Ripresa del mercato
Negli ultimi anni, tuttavia, il turismo organizzato ha mostrato segni di ripresa. Secondo le stime di Assoviaggi Confesercenti, nel 2023 il fatturato complessivo di agenzie e tour operator ha superato i 10,5 miliardi di euro, con una crescita del +12% rispetto al 2022.
Anche l’Osservatorio ASTOI conferma la ripartenza, infatti nell’estate 2023 i ricavi dei tour operator italiani sono stati superiori dell’11% rispetto al 2019 per le destinazioni nazionali.
Il 2024, però, ha segnato un rallentamento della crescita: i dieci principali operatori hanno registrato un incremento medio del +6%, passando da 2,43 miliardi a 2,58 miliardi di euro.

Tendenze: viaggi anticipati, stagioni più lunghe e digitalizzazione
Le abitudini dei viaggiatori italiani stanno cambiando. Gli studi più recenti mostrano una tendenza crescente alle prenotazioni anticipate: sempre più persone organizzano le proprie vacanze con oltre 120 giorni di anticipo. Parallelamente, la stagionalità si allunga, infatti oltre ai mesi estivi tradizionali, anche la primavera e la fine dell’estate registrano ottime performance.
Sul fronte delle destinazioni, le preferenze si spostano. Nel 2023 l’Egitto ha registrato un incremento del +46% rispetto al 2019, mentre la Tunisia ha triplicato i volumi. Ma cresce anche la domanda interna: Sardegna, Sicilia e Puglia restano tra le mete più richieste nei pacchetti dei tour operator.
Il digitale è ormai un elemento imprescindibile. Nel 2024, l’e-commerce turistico ha rappresentato il 56% del valore complessivo dell’ospitalità (21 miliardi su 37,5) e il 70% del valore dei trasporti (18,4 miliardi su 26,3). I tour operator si trovano così a operare in un contesto “ibrido”, dove il prodotto tradizionale si integra con i canali online, favorendo maggiore trasparenza, personalizzazione e interazione con i clienti.

Offerte più brevi, esperienziali e sostenibili
L’offerta si sta evolvendo anche sul piano qualitativo, del resto sempre più operatori propongono soggiorni brevi, viaggi tematici, esperienze outdoor o percorsi legati alla sostenibilità ambientale, superando il classico pacchetto “sole e mare”.
Per l’estate 2025, la durata media dei viaggi è stata di circa 8,2 giorni per i soggiorni balneari e 10,5 giorni per i tour itineranti. Tuttavia, il contesto internazionale resta un fattore determinante. Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Nord Africa influenzano le scelte dei viaggiatori e i costi operativi, frenando in parte la crescita del settore.

Le sfide del futuro
Per consolidare la ripresa e tornare ai livelli pre-pandemia, i tour operator italiani devono affrontare alcune sfide cruciali:

  • Raggiungere e superare i risultati del 2019
  • Gestire la stagionalità e promuovere la destagionalizzazione
  • Investire nella digitalizzazione e nell’innovazione del prodotto
  • Puntare su sostenibilità e qualità dell’offerta
  • Affrontare l’aumento dei costi e la crescente competizione internazionale

Il comparto dei tour operator italiani vive oggi una fase di trasformazione profonda. Dopo il trauma della pandemia, il mercato sta tornando a crescere, anche se con ritmi più moderati rispetto agli anni d’oro. La chiave del successo, nei prossimi anni, sarà la capacità di innovare, differenziarsi e governare il cambiamento strutturale del turismo moderno.

Zaki Lombardo

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