News - 06 novembre 2025, 10:00

Destocking: il magazzino che diventa liquidità per le PMI

Con crediti bancari sempre più difficili da ottenere, cresce l’interesse per il “destocking”, la formula che trasforma lo stock di merce in risorsa finanziaria, strumento utile anche per partite Iva e microimprese.

Destocking: il magazzino che diventa liquidità per le PMI

Nel secondo semestre del 2024 i prestiti alle imprese italiane hanno continuato a registrare dei cali importanti: quelli a breve termine sono scesi del 2,7%, mentre i finanziamenti a medio-lungo termine hanno registrato un calo del 3,5%. È quanto emerge dal più recente rapporto della Banca d’Italia, che fotografa un contesto in cui l’accesso al credito resta complesso, soprattutto per le piccole e medie imprese. In questo scenario si concretizza e prende piede una formula finanziaria alternativa: il “destocking”, un’operazione che consente di liberare liquidità a partire dal valore del magazzino.

Un magazzino che vale denaro
Il principio del destocking prevede che un’impresa possa conferire il valore economico del proprio magazzino a una Spv (Special Purpose Vehicle), che anticipa una somma di denaro sulla base della merce in giacenza. Non si tratta di un prestito bancario, ma di una valorizzazione di un attivo già esistente. L’operazione comincia con la stima del magazzino: quantità, qualità, rotazione e vendibilità dei prodotti vengono valutate da periti indipendenti. La Spv concede poi un anticipo, in genere tra il 60 e il 70% del valore stimato, per tutelarsi da eventuali invenduti o deprezzamenti. I fondi necessari vengono reperiti attraverso l’emissione di titoli sottoscritti da investitori, in un meccanismo simile alla cartolarizzazione. Così la merce si trasforma in liquidità immediata, utile per gestire fornitori, dipendenti o nuovi ordini.

Una leva per imprese e partite Iva
Per imprenditori e titolari di partita Iva, spesso penalizzati da criteri bancari rigidi, l’ascesa del destocking rappresenta un’opportunità per un canale alternativo con il quale finanziare il capitale circolante senza dover accendere nuovi mutui o fornire garanzie personali. La merce, tuttavia, deve la possibilità di accogliere una domanda: prodotti obsoleti o a bassa rotazione riducono la sostenibilità dell’operazione. Anche gli aspetti contabili richiedono attenzione: se la cessione del magazzino è definitiva, l’operazione può restare fuori bilancio; se invece l’impresa mantiene il controllo o l’obbligo di riacquisto, assume natura di finanziamento e incide sui rapporti di indebitamento. In un sistema produttivo in cui le PMI restano la spina dorsale dell’economia e il credito bancario rimane rigido e selettivo, riuscire a monetizzare in modo concreto ciò che si produce può diventare una strategia risolutiva per far fronte alle difficoltà e mantenere in moto l’attività.

Mario Gentile

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