Tra i dubbi amletici che arrovellano i contribuenti con Partita IVA, nei primi posti di un’ipotetica classifica si piazza una tra le domande più ricorrenti: se non guadagno, pago lo stesso le tasse?
Un quesito che si conferma posizionato tra i primi rivolti al commercialista – in particolar modo, dai detentori Partita IVA – una domanda ricorrente che, di fatto, non può ricevere un’unica risposta di carattere universale per tutti i contribuenti, in quando la condizione di non aver ricevuto introiti non esclude, automaticamente, il potersi sottrarre ad eventuali costi da sostenere.
Se il calcolo delle imposte da versare si basa sulle percentuali relative a quanto si è guadagnato, vanno analizzate – per un quadro preciso – le differenti tipologie di lavoratori.
Per i liberi professionisti, ad esempio, che non hanno cassa e sono iscritti alla gestione separata INPS, se non vi sono stati incassi, anche le tasse non saranno conteggiate; mentre è considerato un versamento fisso per i lavoratori con cassa professionale.
Diversamente, è previsto un contributo annuale alla Camera di Commercio per coloro che sono titolari di ditta individuale (calcolato in base alla categoria) ed uno fisso per la gestione riferita all’INPS.
Attenzione, però, al calcolo fai da te. In caso di dubbi, la consulenza del commercialista sulla dichiarazione fiscale resta sempre la strada più sicura ed aggiornata.
Nella fattispecie, il consulente sarà in grado di analizzare la situazione del professionista e valutare gli obblighi: ad esempio, se il contribuente è anche dipendente a tempo pieno oltre all’attività autonoma, viene sollevato dal versamento o dalla riduzione – in caso di adozione del Regime Fiscale Forfettario – della percentuale del 35%.