News - 28 agosto 2025, 09:00

Controlli fiscali limitati: solo un’azienda su 71 ispezionata ogni anno

La Corte dei Conti: “Bassa deterrenza e incassi ridotti. Nel 2024 recuperato solo il 17,7% delle somme accertate”

Controlli fiscali limitati: solo un’azienda su 71 ispezionata ogni anno

Il sistema dei controlli fiscali in Italia continua a mostrare ampie lacune. Secondo l’analisi della Corte dei Conti sul Rendiconto generale dello Stato, nel 2024 solo l’1,4% delle attività economiche è stato sottoposto a verifiche sostanziali, pari a un’azienda ogni 71. Con questo ritmo, un ciclo di ispezioni su tutti i contribuenti richiederebbe 70 anni. A complicare il quadro c’è l’incapacità di trasformare gli accertamenti in entrate effettive: a fronte di 72,3 miliardi di euro di irregolarità contestate, gli incassi si sono fermati a 12,8 miliardi, pari al 17,7%.

Ispezioni e settori a rischio
I dati diffusi mettono in evidenza come i controlli fiscali abbiano un impatto ridotto in termini di deterrenza. Nel 2024 i contribuenti titolari di partita Iva con attività imprenditoriali, professionali o autonome erano circa 9 milioni, ma appena 129mila hanno ricevuto un’ispezione. Nei settori del commercio, della ristorazione, della sanità e dell’intrattenimento la frequenza delle verifiche si colloca tra l’1,3 e l’1,7% del totale, mentre per le costruzioni si arriva a un controllo ogni 20 imprese e per gli intermediari immobiliari uno ogni 50. Nonostante i progressi e l’aumento dei controlli finanziari, il rapporto tra contribuenti e verifiche rimane basso: nel 2024 i controlli su conti correnti e investimenti sono stati 4.558, in crescita rispetto ai 3.540 dell’anno precedente, ma con risultati limitati. Le maggiori imposte accertate sono salite da 176 a 248 milioni, mentre il gettito effettivo crolla del 61,4%, passando da 13,2 a 5,1 milioni.

Evasione accertata e incassi reali
Il divario tra quanto scoperto e quanto realmente recuperato resta marcato. Quando le somme accertate finiscono in cartella esattoriale, la percentuale riscossa scende al 3,1%. Per l’Irpef delle persone fisiche i versamenti effettivi si fermano sotto il 10%, mentre per l’Iva raggiungono il 17,3%. La Corte dei Contisottolinea come questo scenario rifletta la convinzione diffusa chenuove sanatorie o rottamazioni possano intervenire a ridurre i debiti. In questo contesto le partite Iva, che rappresentano una parte significativa del tessuto produttivo, assumono un ruolo centrale: da un lato sono soggette a controlli limitati, dall’altro generano un gettito fondamentale per il sistema, contribuendo in modo rilevante alle entrate e agli equilibri della gestione fiscale. Secondo le stime, il loro apporto complessivo è quantificabile in diversi miliardi di euro, risorse che rafforzano la capacità di rimborso e sostengono i flussi della campagna dichiarativa.

Mario Gentile

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