News - 18 agosto 2025, 09:00

Bitcoin scivola sotto i 116.000 $: la Fed e i venti geopolitici raffreddano l’entusiasmo.

Dopo i record toccati la scorsa settimana, la criptovaluta regina ha invertito la rotta.

Bitcoin scivola sotto i 116.000 $: la Fed e i venti geopolitici raffreddano l’entusiasmo.

Bitcoin ha perso slancio e, all’inizio della settimana, è scivolato sotto quota 116.000 dollari, registrando un calo del 2% e attestandosi a 115.664,5 dollari, secondo i dati di Investing.com. Solo pochi giorni fa la criptovaluta toccava nuovi massimi storici, alimentando l’idea di un mercato in corsa verso territori inesplorati. Che cosa è cambiato in così poco tempo?

Gli investitori hanno rivisto le aspettative su un possibile allentamento aggressivo della Federal Reserve. L’ipotesi che aveva sostenuto i rialzi — un’inflazione in calo e una Fed pronta ad aprire i rubinetti — ha lasciato spazio a maggiore cautela. La banca centrale americana non ha mai promesso tagli rapidi, e ora il mercato inizia a fare i conti con l’idea che i tassi resteranno alti più a lungo. Non è forse questo un segnale pericoloso per tutti gli asset considerati rischiosi, a cominciare dalle criptovalute?

In parallelo, pesano i fattori geopolitici. Dalle tensioni in Medio Oriente ai contrasti commerciali tra Stati Uniti e Cina, il contesto globale appare fragile. In questi scenari gli operatori tendono a rifugiarsi in asset considerati più sicuri, come il dollaro o i Treasury, riducendo l’esposizione su strumenti volatili come Bitcoin. È realistico pensare che la criptovaluta possa continuare a correre indisturbata?

I dati on-chain confermano che, dopo i record della scorsa settimana, alcune grandi balene hanno spostato token sugli exchange, interpretati da molti come possibili prese di profitto. La pressione di vendita, unita al cambio di sentiment macroeconomico, ha innescato il ritracciamento. Tuttavia non mancano voci più caute: i cali del 2% sono fisiologici per un asset notoriamente volatile e non equivalgono a un’inversione di trend. Non potrebbe trattarsi di una pausa di consolidamento, prima di un nuovo tentativo di rialzo?

A sostegno di questa ipotesi c’è il fatto che, nonostante la forza del dollaro, Bitcoin ha mostrato una tenuta superiore rispetto al passato. E anche gli analisti più scettici ammettono che il quadro tecnico di medio periodo resta intatto, con aree di supporto ancora solide. Ma la domanda resta: l’entusiasmo che ha spinto BTC oltre i 120.000 dollari era fondato o si trattava di euforia speculativa pronta a sgonfiarsi alla prima incertezza?

Al momento, la risposta oscilla tra due forze opposte: da un lato la narrativa di lungo termine, che sostiene la digitalizzazione della finanza e la scarsità programmata del Bitcoin; dall’altro i fattori macro, capaci di spegnere rapidamente l’appetito per il rischio. Se la Federal Reserve dovesse davvero confermare un atteggiamento più rigido, i mercati potrebbero affrontare nuove ondate di volatilità. E allora, la soglia dei 116.000 dollari sarà ricordata come un semplice passaggio o come l’inizio di una correzione più profonda?

Paolo d’Ascenzi

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