Dopo l’aumento significativo registrato nel 2024, il contenzioso tributario in Italia mostra segnali di rallentamento. I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze indicano che nel 2024 sono stati presentati 224.725 nuovi ricorsi, un incremento del 31,6% rispetto all’anno precedente (il picco del decennio). Le prime rilevazioni del 2025 evidenziano invece un’inversione di tendenza: nel primo trimestre sono stati depositati 57.918 ricorsi, con una flessione del 15,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Proiettando questo andamento sull’intero anno, si prevede un totale di circa 164mila nuovi procedimenti, quasi come nel 2016 ma ancora superiore alla media decennale di 142.500. Il calo riguarda soprattutto alcune categorie di tributi, anche se il contenzioso resta diffuso in tutto il Paese.
Ricorsi IRAP in calo, crescono per IRES e dogane
L’analisi per tipologia di tributo mostra un netto calo delle impugnazioni relative all’IRAP, dimezzate rispetto al 2019. Al contrario, le controversie riguardanti l’IRES e i dazi doganali mantengono un peso rilevante, in particolare nelle regioni con forte attività produttiva e commerciale come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Circa un ricorso su due riguarda tributi locali, quali IMU, TARI e imposta di soggiorno, ambiti in cui persistono frequenti contrasti tra contribuenti e amministrazioni comunali. In questo contesto, le partite IVA – professionisti, commercianti e microimprese – rappresentano una quota significativa delle liti, spesso legate a cartelle esattoriali, accertamenti e recuperi d’imposta, anche a causa di difficoltà di liquidità o interpretazioni controverse delle norme fiscali.
Carichi elevati per la Giustizia Tributaria
Nonostante il rallentamento nel numero di nuovi ricorsi, il volume complessivo delle cause rimane elevato e superiore ai livelli pre-pandemia. Il picco del 2024 ha aumentato il carico di lavoro delle Corti di giustizia tributaria, già interessate da una riforma che ha modificato organici e procedure. Nel 2024, i tempi medi di definizione delle cause hanno spesso superato l’anno, causando ritardi significativi. La diminuzione dei nuovi ricorsi nel 2025 potrebbe contribuire a ridurre i tempi di attesa, ma a fine 2024 risultavano ancora aperti oltre 300mila procedimenti. Le Corti delle regioni più industrializzate risultano particolarmente sovraccariche, mentre in altre aree il contenzioso riguarda soprattutto tributi locali e accertamenti catastali.