News - 13 agosto 2025, 09:00

Report INPS 2025, i salari giovanili sono sottopagati

Occupazione, Salari giovanili, imprese

Report INPS 2025, i salari giovanili sono sottopagati

Lavoro, occupazione ai massimi ma il precariato non diminuisce
Il report dell’Inps annuale del luglio 2025 mostra che l’occupazione italiana tocca livelli mai registrati prima: tasso al 63%, 24,2 milioni di occupati, di cui 16,37 milioni dipendenti permanenti, 2,65 milioni a termine e 5,18 milioni indipendenti. Rispetto al 2019, i dipendenti stabili sono aumentati di 1,43 milioni, mentre calano di 404 mila i contratti a termine e di 81 mila gli autonomi. Gli assicurati INPS nel 2024 superano quota 27 milioni (+1,5% sul 2023 e +5,9% sul 2019), con un +11,2% tra i giovani under 34 e un +28,8% per i lavoratori da Paesi non UE. La quota di lavoro a termine resta al 14%, mentre quella indipendente scende stabilmente sotto il 22%. Sul fronte contributivo, entrate record a 263 miliardi di euro (+5,9% annuo), spinte da 41 miliardi di agevolazioni (+27,6%) dovute in gran parte a riduzioni di aliquote e decontribuzioni mirate, l’occupazione secondo il report aumenta, ma la precarietà rimane un tema centrale. Il salario d’ingresso giovanile presenta sempre molti problemi che non permettono ai ragazzi 18-34 di accedere al mercato del lavoro con salari efficienti e coordinati al costo della vita. Viene fotografato un paese dove l’assistenzialismo aumenta, il salario diminuisce netto e viene eroso da un potere di acquisto sempre minore.

Salari in crescita, ma l’inflazione erode il potere d’acquisto
Le retribuzioni medie annue 2024 segnano aumenti diffusi: per i contratti full time 40.256 euro lordi (+2,4% sul 2023 e +9,5% sul 2019), per i part year full time 18.960 euro (+7,2% e +15,5%), per i part year part time 8.801 euro (+3,7% e +13,9%)lordi. Eppure, l’inflazione cumulata del 17,4% erode i guadagni reali, soprattutto nei segmenti più fragili. La forbice salariale resta ampia. Nel 2024 i beneficiari di NASpI sono 2,8 milioni (+3,6%), con 7,71 milioni di cessazioni contrattuali, di cui 1,8 milioni da tempo indeterminato (-1,8% annuo).

Imprese tra costi in aumento e caccia alle competenze
Il tessuto produttivo conta 1,67 milioni di imprese private non agricole, in calo rispetto al picco del 2008 (1,73 milioni), ma con una dimensione media maggiore. Quasi il 98% ha meno di 50 dipendenti, ma aumentano le realtà di grandi dimensioni. Nei servizi alle persone i dipendenti sono cresciuti del 46% dal 2008, nei servizi commerciali di 1,4 milioni. La retribuzione media annua lorda complessiva è salita del 10,3% dal 2019 (da 24.139 a 26.617 euro) e del 2,6% sul 2023, mentre i contributi sociali toccano massimi storici. Per molte aziende a margini ridotti, il peso di salari e oneri ha imposto contratti più brevi o riduzioni orarie. Le imprese più solide, invece, hanno potenziato le offerte per trattenere personale qualificato. Il tasso di posti vacanti, all’1,8% nell’industria e al 2,1% nei servizi nel primo trimestre 2025, fotografa un mercato del lavoro rigido, complesso ove domanda e offerta non si vengono incontro in modo coerente e coordinato.

Patrick Chiavuzzo

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