News - 05 agosto 2025, 09:00

CSRD e Tassonomia: le nuove regole tra semplificazione e criticità

Il pacchetto Omnibus rivede la rendicontazione ESG: meno obblighi per le imprese, ma crescono i timori su trasparenza e coerenza della transizione ecologica

CSRD e Tassonomia: le nuove regole tra semplificazione e criticità

La Commissione Europea ha recentemente annunciato un importante passo indietro nella regolamentazione della sostenibilità aziendale. Il cosiddetto pacchetto Omnibus introduce significative modifiche alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), escludendo circa l'80% delle imprese dall'obbligo di rendicontazione della sostenibilità. Questi cambiamenti mirano a ridurre gli oneri amministrativi per le aziende, ma sollevano anche dubbi sulla trasparenza e la capacità di monitorare la transizione green.

Le nuove soglie della CSRD
Con le modifiche introdotte, la CSRD sarà applicata solo alle grandi imprese che soddisfano almeno uno dei seguenti criteri:

  • Più di 1.000 dipendenti
  • Fatturato superiore a 50 milioni di euro
  • Attivo patrimoniale superiore a 25 milioni di euro

Questo significa che molte PMI, precedentemente incluse nel perimetro della direttiva, non dovranno più presentare un bilancio di sostenibilità. Inoltre, anche le aziende che fanno parte della catena di fornitura di grandi multinazionali saranno esonerate dagli obblighi di reporting, riducendo ulteriormente l’impatto della normativa.

Tassonomia UE e Green Asset Ratio (GAR): cosa cambia
Un altro punto critico del pacchetto Omnibus riguarda la tassonomia UE e il Green Asset Ratio (GAR), l’indicatore utilizzato dalle banche per valutare la sostenibilità dei loro investimenti. In particolare:

  • Solo le grandi imprese, già soggette alla CSRD, dovranno rispettare la tassonomia.
  • Le banche potranno escludere dal calcolo del GAR le imprese non rientranti nella CSRD, semplificando così la rendicontazione.

Questi cambiamenti riducono significativamente gli obblighi informativi e potrebbero ostacolare la trasparenza nella valutazione della sostenibilità degli investimenti.

Le reazioni del mercato
Se da un lato il pacchetto Omnibus è stato accolto positivamente dalle imprese per la riduzione dei costi amministrativi (stimati in un risparmio di oltre 6 miliardi di euro), dall’altro ha sollevato perplessità tra gli investitori e gli operatori finanziari. La maggiore difficoltà nel reperire dati ESG (ambientali, sociali e di governance) potrebbe penalizzare il mercato degli investimenti sostenibili, rendendo più difficile per i gestori patrimoniali valutare le opportunità in chiave green.
Il Forum per la Finanza Sostenibile ha espresso preoccupazione per l’impatto della proposta sulla transizione ecologica, temendo un arretramento nei principi chiave della finanza sostenibile e un aumento dell’incertezza normativa.
Le modifiche introdotte dal pacchetto Omnibus rappresentano un importante allentamento degli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità. Sebbene la riduzione della burocrazia sia un obiettivo condivisibile, è necessario valutare attentamente gli effetti di lungo periodo sul mercato finanziario e sulla transizione ecologica. Per i professionisti del settore, come i commercialisti, diventa fondamentale comprendere queste novità e supportare le aziende nel navigare il nuovo quadro normativo, assicurando che la sostenibilità resti un obiettivo strategico anche in un contesto di regole meno stringenti.

Andrea Nano

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