La fiducia torna a muoversi, ma in un contesto che rimane fragile. A luglio, secondo Istat, l’indice dei consumatori risale di circa un punto, mentre quello delle imprese arretra di due decimi. Un dato che nell’insieme riflette un quadro complesso, segnato da previsioni ancora negative sulla situazione economica generale. Pesa l’incertezza sul futuro, acuita dalla prospettiva dei dazi.
Così Confesercenti.
Per i consumatori, il dato si presta a una lettura palindroma: da destra o da sinistra il risultato è comunque leggermente positivo, ma al centro resta il valore che preoccupa. Nel mezzo ci sono infatti le attese sulla situazione economica del Paese, che continuano ad essere negative.
Guardando ai settori principali del terziario, emergono segnali incoraggianti: i servizi turistici guadagnano 6 punti e il commercio sale di 3,8, trainato dalla distribuzione tradizionale che mette a segno un aumento di 4,6 punti.
Per turismo e piccolo commercio, la fiducia cresce più per le aspettative che per la situazione attuale. Nel piccolo commercio, in particolare, quello che fa la differenza sono le attese sulle vendite e sugli ordini futuri, perché – come noto – le vendite reali continuano a registrare variazioni negative. Nel turismo, invece, gli operatori scommettono sull’accelerazione della stagione, che entra nel vivo proprio in questi giorni dopo un avvio più lento del previsto.
Resta però il nodo dell’incertezza. Il contesto è condizionato da fattori esterni, a partire dall’effetto-dazi, e da una fiducia generale ancora fragile. Una situazione che rende ancora più urgente rafforzare le condizioni per sostenere consumi e domanda interna, elementi fondamentali per consolidare la ripresa.