L’innovazione in Italia dal 2021
Il report pubblicato da Confindustria al 16 giugno 2025 delinea un quadro piuttosto chiaro dell’utilizzo dell’Artificial intelligence nelle imprese italiane dal 2021 ad oggi. Il percorso non sembra lineare; un iniziale utilizzo nel 2021 e una strana discesa al 2023 del 5% totale. Il 2024 segna la svolta dell’impiego dell’IA e aumentando l’incremento più dell’8% dell’utilizzo della Key Enabling Technology. L’artificial intelligence viene impiegata maggiormente in tutte le attività manufatturiere (+8%) e nei servizi non finanziari (+9%) consentendo una maggiore digitalizzazione delle imprese. Eppure, l’Italia rimane ancora indietro rispetto ai competitor europei, figurando un utilizzo dell’AI solo un totale dell’8.2% nel 2024 rispetto alla media del 13.5% europea. La capacità di adottare l’Artificial Intelligence rimane un complesso problema da affrontare, sia dal punto di vista della qualità dei lavoratori capaci di utilizzarla, sia dei costi energetici e dell’utilizzo stesso. Ulteriore problema risulta la scarsa necessità di impiego nelle PMI italiane che rappresentano il grande tessuto economico del paese, dove solo l’1.4% con meno di 50 lavoratori era riuscito al 2023 ad implementarla per finalità aziendale.
L’Artificial Intelligence come ottimizzazione dei processi
Nel 2024 l’Artificial intelligence è risultata sempre più importante per i settori di ricerca e sviluppo, innovazione, processi amministrativi, marketing e le vendite, mostrando come questa tecnologia stia davvero diventando il centro del nostro lavoro. Le pratiche digital twin nelle imprese e l’applicazione dell’IA maturano anche nella manutenzione predittiva, una pratica che prevede e migliora le performance aziendali, prevenendo le problematiche operative aziendali simulando scenari attraverso l’IA. Nella gestione delle risorse umane invece l’IA trova impiego nella creazione di mappe di competenza per la ricerca del candidato con il profilo ideale per le aziende. La digitalizzazione, quindi, non è solamente un utilizzo di pratiche digitali o tecnologie, ma un cambio di mentalità e processo di ottimizzazione di tempo, risorse e costi.
Sviluppi futuri dell'IA nel sistema Italia
Il report di Confindustria indica che la stagione attuale dell'IA non sembra destinata a un "raffreddamento" degli entusiasmi, a differenza delle precedenti, pur dipendendo molto dagli investimenti e dall'effettiva diffusione e adozione da parte di imprese e amministrazioni. Per cogliere le opportunità economiche e sociali della trasformazione digitale, il ruolo delle politiche pubbliche nel facilitare l'adozione dell'IA a tutti i livelli sarà cruciale. È fondamentale che l'adozione di applicazioni di IA sia preceduta da un'analisi del patrimonio di dati a disposizione dell'azienda, considerato il "carburante" dei modelli di IA. L'obiettivo di diffondere l'IA nelle PMI rappresenta una priorità per Confindustria, dato che nel 2022 le PMI costituivano il 99,3% delle imprese attive totali. Il futuro del marketing e delle vendite sarà sempre più legato ai dati e personalizzato, con l'IA che permetterà di comprendere meglio i comportamenti dei clienti e prevederne le esigenze, offrendo esperienze sempre più rilevanti. L'analisi dei casi d'uso ha evidenziato che l'IA impone una ridefinizione degli equilibri economici e normativi, e la regolazione dovrebbe contribuire a plasmarla affinché il progresso tecnologico si traduca in un'opportunità sostenibile per tutti gli attori del mercato. L'IA permetterà di esplorare soluzioni innovative che difficilmente potrebbero essere individuate con approcci tradizionali, aprendo un nuovo capitolo nella ricerca scientifica e tecnologica. Si prevede che l'impatto dell'IA non si ridurrà al solo guadagno di produttività, ma avrà effetti positivi anche per le persone nel loro rapporto con il lavoro e nella vita di tutti i giorni.