News - 16 luglio 2025, 12:00

Il nuovo volto del turismo: tra rivoluzione del lavoro e professioni del futuro

Dai travel designer agli esperti di sostenibilità: il settore turistico cambia pelle, crea nuovi mestieri e offre opportunità ai giovani. Ma tra innovazione e precarietà, la sfida è rendere il lavoro stabile e qualificato

Il nuovo volto del turismo: tra rivoluzione del lavoro e professioni del futuro

Bentornati nella nostra rubrica dedicata al mondo del Turismo. Oggi parleremo di lavoro, e in particolare di quei mestieri, alcuni nuovissimi, altri semplicemente reinventati , che si nascondono dietro le esperienze che viviamo quando viaggiamo. Dalla progettazione di itinerari personalizzati alla promozione digitale delle destinazioni, fino all’analisi dei dati o alla sostenibilità ambientale. Il turismo è molto più che ospitalità, è un processo continuo di innovazione professionale.

Il turismo oggi è un settore in piena trasformazione, attraversato da innovazioni tecnologiche, nuove esigenze dei viaggiatori e, soprattutto, una rivoluzione radicale del lavoro.
Negli ultimi 50 anni il comparto ha cambiato volto, da industria stagionale e a bassa qualificazione, a un ecosistema complesso che genera oltre il 10 % del PIL globale e impiega centinaia di milioni di persone. Nel panorama italiano, secondo gli ultimi dati di Unioncamere, il comparto turistico ha creato oltre 315.000 nuovi posti di lavoro solo nell’ultimo anno, con un balzo importante soprattutto tra donne e giovani.
Eppure, dietro la crescita dei numeri, si nasconde una realtà fatta ancora di contratti precari, lavoro irregolare e forte stagionalità. Circa il 70 % delle posizioni nel turismo italiano sono a tempo determinato o “a chiamata”. L’assenza di stabilità rende difficile costruire carriere durature, in un settore che, paradossalmente, non ha mai avuto così tanto bisogno di professionalità specializzate.
Il turismo del futuro è anche una miniera di opportunità. Con la crescita di segmenti come il wellness tourism, il turismo enogastronomico o l’avventura, stanno nascendo nuove figure professionali: spa manager, destination designer, digital tour curator, travel content creator, solo per citarne alcune. Sempre più viaggiatori si affidano a esperti di sostenibilità, food experience o turismo lento. A queste si aggiungono ruoli che fino a pochi anni fa non esistevano nemmeno: revenue manager, hospitality data analyst, virtual experience developer.

Tra le professioni emergenti troviamo:

·  Travel Designer o Consulente di Viaggio Personalizzato: è l’evoluzione dell’agente di viaggio. Non propone pacchetti standard, ma costruisce itinerari su misura, esperienze autentiche e personalizzate, con una profonda conoscenza delle destinazioni.

·  Travel Experience Designer: progetta esperienze immersive e significative per i turisti. Dai tour enogastronomici nei borghi alle esperienze culturali a contatto con le comunità locali, è il “regista” delle emozioni di viaggio.

·  Destination Manager: coordina lo sviluppo e la promozione di una destinazione turistica. Lavora sul posizionamento strategico, il marketing territoriale e la creazione di reti tra operatori pubblici e privati.

·  Specialista in Marketing Turistico Digitale: utilizza strumenti digitali per promuovere destinazioni e servizi. Lavora su seo, advertising, social media, brand awareness e strategie di comunicazione integrata.

·  Travel Data Analyst: analizza dati su flussi turistici, comportamenti di prenotazione e feedback dei clienti. Supporta decisioni strategiche per hotel, enti e tour operator, trasformando i numeri in azioni concrete.

L’accelerazione digitale, insieme alla spinta green, sta riscrivendo le competenze richieste. Tuttavia, la formazione non sta al passo. Secondo l’OCSE, solo il 35 % degli occupati nel turismo ha ricevuto una preparazione mirata per il proprio ruolo. Molte pmi faticano a investire in formazione strutturata, e il ricorso a personale non qualificato resta una scorciatoia diffusa, specie nei picchi di stagione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato fondi anche per il settore turistico, ma la loro applicazione è ancora ad uno stadio iniziale.

Lavorare nel turismo nel 2025
Per molti giovani, il turismo può rappresentare anche un’occasione di autoimprenditorialità. Sono in crescita, ad esempio, i giovani che intraprendono un ruolo nel settore esperienziale, nei servizi per i nomadi digitali o nella consulenza turistica. Figure ibride, fluide, che si muovono tra online e offline, tra consulenza e creatività. Tuttavia, resta un nodo centrale: come tutelare i professionisti del turismo dal rischio di burn-out, invisibilità o sfruttamento?
Il turismo è un settore che, più di altri, riflette i cambiamenti sociali, economici e culturali del nostro tempo. I prossimi anni saranno decisivi per capire se sapremo cogliere le opportunità della transizione digitale e verde, senza lasciare indietro le persone. Il turismo non è solo ospitalità è lavoro, innovazione, ed è soprattutto futuro.

Zaki Lombardo

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